Rsa, ancora una vittima a Montevarchi. Ma il tasso di mortalità rimane nella media

I dati di marzo confermano che siamo in Toscana tra i meno colpiti dal Covid. Ieri tre casi. Ma c’è un nuovo positivo in un’altra casa di riposo

Mascherine sempre obbligatorie nelle Rsa

Mascherine sempre obbligatorie nelle Rsa

Arezzo, 5 maggio 2020 - Se potessimo ritornare ai primi di marzo, oltre quelle finestre, sarebbero ancora tutti lì. Nei loro letti di quella palazzina elegante di via Pascoli, una Rsa che alle camere univa ed unisce anche ampi spazi comuni, compreso il giardino esterno. Ma non possiamo ritornare ai primi di marzo: e una parte di quei letti è ormai vuota. Più di uno su cinque non c’è più.

In quindici a Montevarchi sono stati travolti dal Covid. L’ultimo ieri.Un vecchio signore di 78 anni, uno dei più giovani ad aver perso la vita nella Rsa. L’iter quasi in fotocopia. La scoperta di essere positivo, e non tra i primi emersi alla fine di marzo, e poi il peggioramento delle condizioni. Che da lì lo hanno portato non nel senese, dove una parte dei suoi amici era stata trasferita prima di essere riportata a Montevarchi, ma in ospedale,viste le sue difficoltà respiratorie.

Era ricoverato a Malattie Infettive dal 13 aprile: ed è lì che ha smesso di lottare. Da lì è partita la durissima telefonata ai familiari in attesa. Quindici morti su 72 ospiti: un bilancio che marca in maniera pesante i giorni aretini del Covid.

Che pure resta una realtà nella sostanza rimasta ai margini dell’epidemia. Ieri vi raccontavamo del famoso indice R0, l’indice di contagiosità, a breve il «passaporto» per poter tornare alla nostra vecchia vita, spostamenti tra regioni compresi.

Oggi c’è il tasso di mortalità, elaborati proprio ieri dall’Istat. E anche qui il dato è inequivocabile: l’aumento di mortalità a marzo rispetto alla media dello stesso mese negli ultimi cinque anni in provincia è stato del 2,1%. (addirittura solo dello 0,1 su gennaio e febbraio, ma eravamo solo al prologo della bufera). 444 vittime contro 432 tra il 20 febbraio e il 30 marzo.

E’ un test da rivedere in aprile, visto che i morti Covid registrati dall’Istat a marzo sono sette. Ma la sostanza, vedrete, non cambierà molto. In Toscana solo Siena ha avuto un aumento minore, l’1,2%. E ci sono realtà come Massa (+45,2%), Livorno (+20%) Lucca (+10,1%) che vedono già un’escalation a due cifre rispetto ai mesi di marzo precedenti.

Ogni variabile indica per ora una penetrazione dell’epidemia in provincia e nella Asl molto meno devastante, non solo della Lombardia o dell’Emilia ma anche sul resto della Toscana. Quindi confermando che, allo stato attuale,i tempi di ripresa potrebbero e dovrebbero essere più veloci.

Per il resto la conferma di elementi già più o meno chiari: l’eccesso di mortalità più consistente tra gli uomini nella fascia 70-79 anni, a seguire la classe di età 80-89. L’incremento della mortalità nelle donne più contenuto per tutte le generazioni. Ieri la conferma della frenata: tre soli casi, tutti in Valdarno, due a San Giovanni e l’ennesimo di Montevarchi.

Nessuno in città: dal report anche nessun guarito ma il totale aretino già viaggia su 180 nomi e cognomi. Un altro campanello d’allarme dalle Rsa: a Pratovecchio un caso torna positivo. Era diventato negativo al primo controllo, il successivo test, giustamente eseguito, ha purtroppo rovesciato il responso.

Non basta a parlare di un nuovo fronte, è scattato subito l’isolamento e sicuramente i test saranno ripetuti anche sugli altri degenti. Basta per confermare che è lì, dietro le pareti delle case di riposo che il pericolo continua a nascondersi. E non potremo sentirci fuori dell’epidemia finché non lo avremo debellato del tutto.