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Rancio 5 stelle tra le rovine a Kiev. Chef in missione coi soldati ucraini

Il professionista tra i big del progetto per la ricostruzione. Mette a tavola i militari feriti, il racconto .

"Questa pizza è buonissima", dice una bambina allungando la mano, quasi a sfiorare quella di Stefano Canosci, pizza-chef tra i più quotati al mondo. Kiev, una città ferita dalle bombe russe, con le sirene che continuano a suonare e la gente a correre nei rifugi. Qui Stefano è arrivato insieme a Andrea Verdi, presidente dell’associazione Communitas Toscana, un piccolo-grande motore di solidarietà. "Siamo stati i primi italiani a entrare in Ucraina pochi giorni dopo lo scoppio della guerra e abbiamo portato a termine progetti di aiuto a centinaia di famiglie, da un capo all’alto del Paese". Pacchi personalizzati secondo le esigenze più stringenti, nel nulla che la guerra costruisce, sono stati consegnati finora a oltre cinquemila famiglie e oggi c’è un mattoncino in più nel "palazzo" dove l’associazione casentinese sta costruendo una prospettiva di rinascita per persone sfollate, senza lavoro, ma anche per i professionisti che possono ricominciare. Sì, ma da dove? La missione a Kiev mette a segno un traguardo che serve a rimettere insieme un orizzonte. Quel futuro che nasce tra i fornelli della cucina di un grande hotel nel centro della capitale ucraina, dove Stefano "danza" insieme ai colleghi ucraini: tra di loro ci sono esperti di cucina ma anche persone alle prime armi. Stefano spiega, mostra, lavora con ciascuno e poi racconta. "È un’esperienza bellissima, ho provato emozioni forti in un Paese dove la guerra è ancora in pieno svolgimento. Cucinare qui serve per trasmettere il nostro mestiere e la qualità del nostro lavoro, offrendo agli ucraini un’opportunità per imparare o affinare la conoscenza. Una mano concreta per ripartire".

È il contesto nel quale opera e si muove l’associazione guidata da Verdi, sulle spalle una lunga esperienza di cooperazione internazionale in zone "calde" del mondo, compresi Israele e la Palestina, oggi in fiamme. Tra i momenti più toccanti della missione a Kiev, c’è l’incontro con i soldati ucraini feriti e ricoverati nei reparti dell’ospedale militare della città.

"Ho visto persone pronte a morire per il proprio Paese, gli ucraini sono un popolo unito, coraggioso. Ho parlato con i soldati che portano sulla pelle i segni della guerra. Un incontro che mi resterà dentro, per sempre". Come quello di Andrea Verdi con tre giovani ucraini che allo scoppio della guerra, aiutò a rientrare a Kiev. "è nato tutto da quella missione e da allora non ci siamo mai fermati"., Lasagne per i soldati, pizza per oltre cento bambini di una parrocchia. "I loro sorrisi davanti alle teglie di pizza, ci ripagano della fatica", dice Stefano. Ma Andrea pensa già al prossimo viaggio a Kiev.

Lucia Bigozzi