REDAZIONE AREZZO

Proposta di parco nazionale per tutelare la dorsale appenninica tra Marche e Valtiberina

Il comitato propone un parco nazionale per proteggere la dorsale appenninica da progetti invasivi come torri eoliche e gasdotti.

Il comitato propone un parco nazionale per proteggere la dorsale appenninica da progetti invasivi come torri eoliche e gasdotti.

Il comitato propone un parco nazionale per proteggere la dorsale appenninica da progetti invasivi come torri eoliche e gasdotti.

di Claudio RoselliSANSEPOLCRO

"Un parco nazionale che tuteli l’area interna fra le alte Marche e la Valtiberina (umbra e toscana), ovvero la dorsale appenninica del Catria, del Nerone e dell’Alpe della Luna". Il comitato che si è appositamente formato adopera il verbo "tutelare", perché preoccupato non poco dai progetti che interessano la dorsale: le decine di torri eoliche alte centinaia di metri, un gasdotto gigantesco che rischia di comportare il taglio di milioni di alberi, torri per il 5G e altro ancora.

Il riferimento, sul versante toscano, è ai progetti dell’eolico nella zona di Badia Tedalda, per i quali si attende il pronunciamento della conferenza dei servizi regionale. Anni fa – ricorda sempre il comitato – girava anche un progetto per la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali e un altro per rifiuti ospedalieri. È quello che accade in un luogo che evidentemente "non vale niente" – si legge nella nota – e non vale niente per chi arriva con queste proposte, poiché vede solo aree poco popolate e lontane da sguardi indiscreti.

Forse non vale niente anche per alcuni residenti, che ancora non comprendono di avere in mano le chiavi del futuro (e dell’economia): spazio libero e naturale, vasti paesaggi, foreste, fauna selvatica. E acqua. Tutte cose che rappresentano, già ora, un valore indiscutibile.

E allora, il comitato arriva al dunque: "È giunto il momento di riconoscere tale valore e un parco nazionale è lo strumento giusto (forse l’unico) a disposizione. I parchi si fanno in territori pregiati, ai quali viene attribuita un’importanza speciale. Nei parchi nazionali si vive bene e l’economia dei centri abitati al loro interno sovrasta sempre quella delle aree circostanti".

L’esempio addotto è quello relativo a un piccolo centro del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che anni addietro è salito all’onore delle cronache per essere il luogo "più ricco d’Italia", ovvero quello con maggiori depositi bancari pro capite. È una cosa che si può progettare dal basso, lavorando sui confini e su concetti come la "zonizzazione", che contempla forme di tutela differenziata a seconda delle aree.

L’istituzione di un parco nazionale comporterebbe mediamente, per ognuno dei Comuni interessati, la messa a disposizione mediamente, del 20-25% del territorio. Sta a noi, alle popolazioni locali, dare il via a questo "sogno".