Natale, luminarie sì ma sobrie: centro, rotatorie e porte storiche

Dal platano della Cattedrale all'albero di Guido Monaco. Se tornasse la zona arancione possibilità di recupero del mercatino di San Jacopo

Le luci di Natale

Le luci di Natale

Arezzo, 24 novembre 2020 - L’ultimo chiude la porta, stile Nick Carter, ma non spegne le luci. Le luci di Natale, fino all’anno scorso un vortice di watt che incendiavano il centro, quasi a voler spingere i consumatori tra i negozi. E oggi che quei negozi sono chiusi? Si procede lo stesso anche se con l’occhio attento a non sperperare risorse. La linea definitiva sarà presa nelle prossime ore, la giunta forse già oggi dovrebbe chiudere il cerchio.

La base? Trasmettere il clima della festa, se non altro per risollevare l’umore sotto i tacchi, ma con un occhio attento alla spesa. Priorità intanto una copertura sobria dei punti forti della città. Il centro ma se possibile non solo. Tra l’altro c’è da lavorare anche nell’ipotesi che il famoso 3 dicembre la zona rossa possa trascolorare in arancione. Uno scenario davanti al quale, ad esempio, potrebbe anche essere salvato, sian pur tra mille misure di sicurezza, il mercatino di piazza San Jacopo e di piazza Risorgimento.

Gli ambulanti hanno fatto i salti mortali per acquistare le nuove strutture, un annodi stop sarebbe pesantissimo. In sè, per tutti il Natale è una forma di sostentamento decisiva, e anche per ammortizzare le spese sostenute. E’ chiaro che i paletti intorno ai quali muoverci sono mille: il decreto del governo, il miglioramento epidemiologico della Toscana e della città, le decisioni al tavolo della sicurezza in Prefettura.

«Noi dobbiamo farci trovare pronti, poi si vedrà» risponde con prudenza da neo assessore Simone Chierici, lo stesso che si occupa delle luci in centro. Anche se alla fine è una partita nella quale un ruolo decisivo lo rivestirà la Fondazione Intour, sia pur senza la mobilitazione che un anno fa ne aveva appesantito i bilanci e le tasche. Un altro assessore che sta lavorando a cambiare un po’ il clima della città è Alessandro Casi, il titolare dei lavori pubblici e, in questo caso, soprattutto della manutenzione.

«Ci muoveremo – spiega – nella linea tracciata gli anni scorsi da Gamurrini». Ma anche qui con un occhio alle luci e uno alle spese. La base. Saranno addobbate e illuminate alcune rotatorie chiave: quella davanti all’Esselunga in via Leonardo da VInci, quella in via Giotto prima dello stadio e quella dell’ospedale, ma anche altri svincoli in base alle risorse. Sarà illuminato come sempre il platano all’angolo tra la Cattedrale e il Prato: era lo snodo della città di Natale, stavolta sarà una sorta di «faro» della festa in parte perduta.

Un altro albero stilizzato e illuminato sarà a Campo di Marte, una mossa inedita per valorizzare anche gli angoli a volte più travagliati della città. In piazza Guido Monaco il solito grande albero con i giochi di luce, forse un po’ meno legati alla Giostra. Giostra che invece potrebbe vedere la valorizzazione delle porte storiche, con un sistema di illuminazione che definirebbe in fondo l’accesso alla città murata. Città aperta, almeno lei. Illuminata per ora da qualche filo di luce. Domani, chissà, dallo spiraglio che inseguiamo da mesi.