SIMONA SANTI LAURINI
Cronaca

Medioetruria a Creti. Lo stop di Legambiente: "Cattedrale nel deserto: piano inutile e dannoso"

Per gli ambientalisti meglio potenziare e ammodernare Arezzo e Chiusi. Insiste l’assocazione: "Così si incentiva solo altra mobilità su gomma". I paragoni con le altre stazioni già esistenti dell’alta velocità.

Medioetruria a Creti. Lo stop di Legambiente: "Cattedrale nel deserto: piano inutile e dannoso"

Medioetruria a Creti. Lo stop di Legambiente: "Cattedrale nel deserto: piano inutile e dannoso"

Scende in campo con l’artiglieria pesante Legambiente, che non gradisce la scelta di Creti per la realizzazione di Medioetruria, la stazione alta velocità contesa tra Umbria e Toscana. "Non siamo assolutamente contrari all’alta velocità in generale – precisa Lorenzo Cecchi, responsabile mobilità di Legambiente Toscana – siamo contrari a questo progetto su Creti".

E per dirlo, si sono mobilitati anche dall’Umbria e dai circoli territoriali, dandosi appuntamento alla sala civica di Camucia, dove hanno esposto le loro perplessità. In sintesi, l’opzione più adeguata per RFI, così come indicato nel tavolo tecnico ministeriale a fine novembre, viene invece definita dagli ambientalisti "un’opera inutile e dispendiosa: 100 milioni di euro di costi, 15 anni di lavoro e 20 ettari di suolo consumato per meno di 1 milione di utenza".

Ecco i numeri su cui si basa il netto no di Legambiente, che preferisce dirottare queste risorse sul potenziamento del trasporto regionale e sull’ammodernamento delle stazioni di Arezzo e Chiusi. I vertici dell’associazione toscani e umbri non esitano a parlare di "cattedrale nel deserto", peraltro "raggiungibile solo in auto con la Siena/Bettolle/Perugia (SS 715) – si legge in una nota - una superstrada nel cui tratto umbro si registra la più alta densità di incidenti stradali della rete viaria regionale".

Lo stesso tratto portato da esempio dall’assessore umbro Melesecche, "beccato" alla guida, in un video da lui stesso diffuso, in cui superava il limite consentito. Scena ricordata durante la conferenza stampa di ieri mattina. "La nuova opera – insiste Legambiente - finirebbe quindi con l’incentivare altra mobilità su gomma e la costruzione di nuovi parcheggi vicino alla stazione, aumentando il già notevole consumo di suolo rurale". Le vere esigenze locali, poi, per l’associazione green sono ben diverse e contingenti.

"Dalle popolazioni dell’Umbria e della Toscana sudorientale – riferiscono - perviene un’incessante richiesta di potenziamento del trasporto ferroviario regionale, mentre invece, il piano industriale 2023-2028 di RFI va in tutt’altra direzione: solo il 10% degli investimenti è destinato al trasporto regionale, mentre il 90% va all’alta velocità". Legambiente non condivide nemmeno i parallelismi con Mediopadana a Reggio Emilia, realizzata in 15 anni.

"Non sono casi paragonabili, anche perché in Emilia Romagna ci sono sei capoluoghi nel raggio di un’ora e c’è l’interconnessione ferro su ferro, richiesta anche dal regolamento Ue 1315 del 2013" spiega ancora Lorenzo Cecchi, responsabile mobilità di Legambiente Toscana. Una vera e propria presa di posizione, dunque, alla quale hanno partecipato anche Fabio Comanducci per il Circolo Valdichiana Aretina, Romano Formichi del Circolo Terra e Pace della Valdichiana Senese, Chiara Signorini del Circolo Laura Conti di Arezzo e Paolo Menicori per il Circolo di Siena, oltre a Gabriele Nanni, dell’ufficio scientifico nazionale.