LUCA AMODIO
Cronaca

Nasconde in casa la mamma morta da mesi per prendere la pensione: figlia a processo

L’accusa è truffa e occultamento. L’udienza è fissata per fine settembre, Silvia Brizzi non è reperibile da mesi. Il cadavere della madre è ancora all’obitorio

Anziana morta in casa da mesi: figlia a giudizio per truffa aggravata e occultamento di cadavere (Foto di repertorio)

Anziana morta in casa da mesi: figlia a giudizio per truffa aggravata e occultamento di cadavere (Foto di repertorio)

Arezzo, 31 maggio 2025 – Andrà a processo con l’accusa di truffa aggravata ai danni dello Stato e occultamento di cadavere. Secondo la procura di Arezzo, Silvia Brizzi, 60 anni, avrebbe nascosto il corpo senza vita della madre, Carla Bazzani, per continuare a riscuotere la pensione di vecchiaia e di reversibilità.

L’anziana, 92 anni, era morta nel suo letto, per cause naturali, nella casa di via Montanara che condivideva con la figlia ma Brizzi, invece di denunciare il decesso, avrebbe coperto il corpo con un lenzuolo e proseguito per mesi a incassare la pensione accreditata su un conto corrente cointestato.

Per questo il pubblico ministero l’ha citata a giudizio il prossimo 26 settembre davanti al giudice monocratico Antonio Dami. Non c’è udienza preliminare, nessun filtro quindi del gip: si va direttamente sul banco degli imputati. Secondo la ricostruzione della pm Julia Maggiore, il decesso sarebbe avvenuto a maggio del 2024.

Da quel momento, e fino ad agosto, la figlia avrebbe sottratto allo Stato diverse migliaia di euro. Il cadavere della madre è stato scoperto solo il 31 agosto, in avanzato stato di decomposizione, dopo che la proprietaria dell’appartamento – insospettita dai reiterati mancati pagamenti dell’affitto – ha chiamato le forze dell’ordine. Gli agenti intervenuti hanno trovato il corpo disteso sul letto, nascosto sotto le coperte, come se la donna stesse dormendo. E da quel lenzuolo appoggiato sopra il volto sono partiti i sospetti. E poi l’inchiesta.

Nel frattempo, Silvia Brizzi si trovava in vacanza a Rimini. È stata rintracciata in un hotel della riviera e ascoltata dagli inquirenti, ma si è avvalsa della facoltà di non rispondere. Dopo quell’interrogatorio, si è resa irreperibile: di lei si sono perse le tracce già da settembre. Anche il suo avvocato d’ufficio, Barbara Mugnai, non ha più avuto notizie della donna, fino ad oggi. Inizialmente accusata anche di abbandono di persona incapace, questa contestazione è stata poi archiviata dalla Procura, che ha invece confermato le imputazioni di truffa e occultamento di cadavere.

Intanto il corpo di Carla Bazzani si trova ancora nell’obitorio di Arezzo. Non essendoci altri familiari diretti in vita, si attende che il Comune si faccia carico delle spese per la sepoltura, come era stato anche promesso dagli amministratori. Il caso, oltre agli aspetti giudiziari, ha sollevato un forte sdegno in città con alcuni cittadini che si sono offerti di saldare le esequie. Ma per quello ci penserà il Comune anche se, a quasi un anno di distanza, la donna, dimenticata da viva, è stata lasciata sola anche da morta.

La vicenda ha gettato un’ombra cupa sulla comunità aretina, già provata da diversi episodi di cronaca negli ultimi tempi. La storia di Carla Maria Vittoria Bazzani, una donna anziana e apparentemente fragile, ha toccato profondamente il cuore dei cittadini. Molti si chiedono come sia stato possibile che una situazione del genere si sia protratta per così tanto tempo senza che nessuno se ne accorgesse. Le indagini hanno rivelato che Silvia Brizzi viveva in una condizione di isolamento, con pochi contatti esterni. La madre, pur essendo anziana, era ancora autosufficiente e le due donne vivevano in un equilibrio precario, fatto di silenzi e abitudini consolidate.

La scoperta del cadavere ha portato alla luce una realtà fatta di solitudine e difficoltà economiche. Sembra che Silvia Brizzi avesse problemi finanziari e che la pensione della madre fosse essenziale per la sua sopravvivenza. Questa situazione potrebbe averla spinta a compiere un gesto estremo, nella speranza di mantenere uno status quo che altrimenti sarebbe crollato.