FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

L’oro rischia di non brillare più. "Mancano operai specializzati"

L’amministratore delegato di Unoaerre, Benvenuti: "Non c’è ricambio per i dipendenti che vanno in pensione"

Luca Benvenuti, ad di Unoaerre

Arezzo, 17 novembre 2023 – Non è tutto oro quel che luccica. La frase che amavano usare anche Esopo e Shakespeare racconta il paradosso che mette in pericolo il settore orafo aretino. In un distretto che conta 1.200 imprese e oltre 9.000 addetti, solo un posto su tre di chi va pensione finisce riassegnato a forze nuove. Eppure il fatturato cresce e la domanda di lavoro cresce: i preziosi Made in Arezzo coprono da soli il 30% delle esportazioni toscane, mentre un operaio di prima nomina arriva a guadagnare in media 1400 euro lorde.

Tra gli investimenti più urgenti delle imprese toscane c’è la forza-lavoro, spiega la direzione studi e ricerche di Intesa Sanpaolo che analizza i dati di Unioncamere-Anpal. A settembre 2023 il 55% delle entrate previste sono di difficile reperimento in Toscana, con punte del 66% per gli operai specializzati e i conduttori di macchine e impianti.

Luca Benvenuti è l’amministratore delegato di Unoaerre: la grande madre di migliaia di aziende orafe. Aperta nel 1926 dai pionieri Leopoldo Gori e Carlo Zucchi, oggi dà lavoro a 370 dipendenti.

Benvenuti, c’è un dato che inquadra il momento: nell’ultimo anno su 300 dipendenti orafi aretini in uscita solo 100 posti sono stati reintegrati. Sono numeri che preoccupano?

"È una situazione difficile, di cui purtroppo si discute da anni. Il settore è ripartito dopo la frenata legata al Covid, la richiesta di lavoro è sostenuta proprio adesso iniziamo a soffrire il problema calo demografico. Abbiamo dipendenti sempre più anziani: la nostra azienda, per la politica delle retribuzioni e di mobilità interna, sta meglio di altre più piccole, spesso a conduzione familiare. Bisogna rendere più attrattivo il settore orafo".

Cosa si può fare?

"Dobbiamo spiegare bene ai giovani aretini e ai loro genitori che non c’è solo la lavorazione artigianale dei metalli ma anche l’innovazione e l’automazione che ormai fanno parte integrante di molte aziende e che richiedono competenze adeguate".

La scuola specializzata Margaritone conta solo 25 iscritti alla prima classe, negli anni Novanta aveva diverse sezioni. I ragazzi non vogliono fare più gli orafi?

"Si deve rafforzare il dialogo tra il mondo della scuola e il sistema produttivo: servono esperienze di alternanza scuola-lavoro e orientamento scolastico. I percorsi devono essere strutturati prendendo in considerazione le nuove esigenze del mercato dell’oro: inserendo per esempio materie legate al design e alle nuove tecnologie".

Nel frattempo, mancano ancora competenze adeguate e il settore annaspa. Come se ne esce?

"È una questione di fiducia da ritrovare. Faccio un appello a famiglie e giovani: tornino a credere in un settore orafo che può offrire opportunità lavorative e di crescita".