La Città di Natale moltiplica i negozi Boom temporary, cantieri in corsa

Le vetrine provvisorie spuntano da piazza Risorgimento a via Seteria. Stefania Cini: "Bella occasione". Intanto fervono i cantieri per le nuove aperture: battesimi a ridosso della festa, ristorante in arrivo

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di Alberto Pierini

Il rischio è che dopo Natale tante vetrine chiudano e chiudano per sempre. Il rischio e insieme l’allarme lanciato da Confcommercio pochi giorni prima della partenza del grande shopping. Ma per ora i negozi si moltiplicano.

Si moltiplicano lì, ai lembi della Città di Natale, l’evento che nel primo weekend ha trainato ad Arezzo oltre ottantamila visitatori. Perché la caccia al posto è a tutto campo. E’ il momento dei temporary shop: negozi, lo dice la parola stessa anche se con un suono un po’ esotico, provvisorio. Aprono alla metà di novembre, chiuderanno in fondo alle feste.

E’ una realtà da metropoli o da città turistica: e la Città di Natale sta spingendo in quella direzione. In giro di vetrine "a tempo" se ne cominciano a vedere tante. Da piazza Risorgimento, o meglio dal braccetto di collegamento con San Jacopo, a via Seteria, in cima al Corso, alla stessa piazza Grande.

Le riconosci in genere dall’insegna che non c’è ma poi dentro la realtà è chiarita. In via Seteria all’incrocio con il Corso ad esempio un’attività che fa questa scelta da un paio di anni: la pasticceria "Cini", un’attività di punta da anni tra dolci, paste e prodotti tipici del Natale.

"E’ una bella occasione – spiega la titolare Stefania Cini – e avendone la possibilità perchè non coglierla?". Non fa una grinza. E dal suo angolo di mondo è una scelta che sta pagando anche stavolta.

"Domenica c’era davvero tanta gente, anche intorno al nostro negozio". Non tutti si fermeranno, è chiaro che il commercio fisso almeno in questo scorcio dello shopping deve andare in scia ai mercatini. Ma tanti sì e questo già basta a valorizzare una buona scelta.

Non solo: ci sono aperture che stanno coincidendo esattamente con l’inizio di questa corsa sotto l’albero. Due vetrine nuove di nuovo in piazza Risorgimento, uno degli angoli più eleganti, anche per la qualità dei negozi, del centro. E altri stanno facendo la corsa per farcela in tempo utile a mettere il sale sulla coda del Natale.

Uno degli esempi è il ristorante "Vescovile", del quale avevamo già preannunciato lo sbarco. Arrivano dal Valdarno, nel curriculum buoni successi nella zona di Bucine, ora la scommessa su Arezzo. Dietro i segnali del cantiere nei fondi di fronte al palazzo Sugar si lavora a tutto fuoco. E l’obiettivo è quello che i titolari avevano preannunciato: farcela per la fine di novembre, tra le pieghe della Città di Natale.

Le code ai ristoranti di domenica non fanno che moltiplicare i colpi di martello di questo e di altri cantieri. Perché, direbbero a Roma diventata la partenza di gran parte dei turisti, "ogni lassata è persa".

Lo sanno anche coloro che hanno cercato in tutti i modi di strappare uno dei fondi vuoti di piazza Grande. Per i soliti temporary, ma in questo caso con vista sul mercatino tirolese, la principale attrazione delle feste. Ma i più si sono arresi. Perché la piazza dei mille fondi vuoti, o di quelli un tempo aperti solo per la Fiera, è ormai al tutto esaurito. Spazi esauriti, il salotto buono è diventato una chimera. No, non quella con la coda di serpente: anche e il ruggito sta diventando la voce del centro.