L'associazione Pertini e la Fondazione Rosselli ricordano un grande socialista

66 anni fa la mafia uccise il socialista Salvatore Carnevale. Aveva vissuto due anni a Montevarchi. Morto per difendere i diritti dei lavoratori siciliani

Salvatore Carnevale

Salvatore Carnevale

Arezzo, 17 maggio 2021 - Era il 16 maggio 1955 quando, in Sicilia, la mafia uccise Salvatore Carnevale, socialista, strenuo difensore dei diritti del lavoro. Non tutti sanno che Carnevale, per due anni, aveva abitato anche in Valdarno, a Montevarchi, e questa mattina, a 66 anni dalla sua morte, hanno voluto ricordarlo Francesco Carbini, dell’associazione Sandro Pertini e Valdo Spini, della Fondazione Fratelli Rosselli. Carnevale, fondatore della sezione del Partito Socialista di Sciara, in provincia di Palermo, fu assassinato a colpi di lupara all’alba di quel 16 maggio. “Aveva dato molto fastidio ai proprietari terrieri, difendendo i diritti dei braccianti agricoli, organizzando anche la Camera del Lavoro – ricordano Spini e Carbini -. Si era battuto per dare dignità e diritti ai lavoratori sfruttati selvaggiamente da un padronato che andava a braccetto con la mafia. Nel 1951, dopo l’occupazione simbolica del feudo della principessa Notarbartolo, fu arrestato insieme ad altri suoi compagni”.

Ed ecco il suo arrivo in Valdarno. Dopo essere uscito dal carcere, infatti, si trasferì per due anni in Toscana, a Montevarchi, dove scoprì una forte e radicata cultura dei diritti dei lavoratori che volle esportare poi in Sicilia. “E fu la sua condanna a morte – spiegano le due associazioni – . Condanna che arrivò dopo tre giorni di quello che fu definito un “miracolo”: essere riuscito ad ottenere le paghe arretrate per i suoi compagni che lavoravano in cava come lui e il rispetto della giornata lavorativa di 8 ore. Pare che nemmeno il sindacato avesse compreso per tempo il pericolo cui si era sottoposto il giovane sindacalista siciliano, tanto da spingere dirigenti come Giuseppe Di Vittorio a ricordarlo in modo solenne. La sera stessa del suo assassinio – proseguono Carbini e Spini – arrivarono a Sciara due futuri Presidenti della Repubblica: Giorgio Napolitano e Sandro Pertini, allora impegnati nella campagna elettorale in Sicilia. L’allora dirigente socialista Sandro Pertini tenne un discorso indimenticabile in una piazza gremita, in cui parlò a coloro che stavano dietro le finestre, additandoli come i responsabili della morte del sindacalista.

Fu poi Pertini che accompagnò la madre di Carnevale, Francesca Serio, negli uffici giudiziari di Palermo, dove la donna presentò la denuncia per omicidio mafioso, indicando nomi e cognomi. Era la prima volta che accadeva nella storia della mafia”. Nel processo, la parte civile costituita dalla madre, fu rappresentata dal futuro Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, e dagli avvocati Nino Taormina e Nino Sorgi, anche loro socialisti come Carnevale. “Una solidarietà fra compagni dello stesso partito che già si era espressa, appunto, a Montevarchi – ricordano la fondazione Rosselli e l’associazione Pertini -. Salvatore Carnevale fu infatti ospitato nella locale sezione del Psi dal compianto Fernando Magi e anche da Silvano Cappelli, e alcuni compagni montevarchini ricordano ancora la sua presenza. In questo triste anniversario, con le infiltrazioni della criminalità organizzata ormai acclarate nella nostra Regione e in Valdarno, ci sentiamo di rivolgere un appello al Sindaco della Città , che seppe ospitarlo e dare un segnale di lotta alla mafia già allora, per ricordarlo e trasmettere così alle future generazioni un segno di lotta e di speranza”.