La provincia di Arezzo si è ripresa dal periodo pre Covid. Lo dicono i numeri. La ricchezza del territorio è in aumento dal 2019 e segna uno +0,63%. Il recupero c’è ma viaggia a meno di un terzo della velocità del Paese la cui ripresa, rispetto all’era pre pandemia, va avanti con un’impennata del +2,1%. Ma il "caso Arezzo", se si circoscrive lo sguardo alla Toscana, è un dato più che positivo: la ricchezza dell’intera regione rispetto al periodo pre covid è crollata del -3,22%, con Firenze che ha registrato il colpo più duro. Il capoluogo deve ancora riconquistare un decimo della propria ricchezza. È la fotografia scattata dal report di Cgia Mestre, sul riscatto dell’Italia dopo il Covid. Una ripresa non omogenea ma a macchia di leopardo. Se si guarda al valore aggiunto reale (una variabile che approssima il Pil e quindi la crescita economica del territorio), i conti nella provincia di Arezzo sono in verde: rispetto al 2019 la ricchezza è aumentata, di poco ma è aumentata, e anche se si guarda all’ultimo anno un margine di miglioramento c’è stato rispetto al 2022. Nel 2023 il territorio è cresciuto quasi dell’1%, un dato che si colloca a metà classifica tra le 110 province italiane e a metà tra le sorelle toscane.
Prima di Arezzo, ci sono Livorno, Massa Carrara, Siena e Firenze che però rispetto al 2019 ha visto la sua ricchezza crollata oltre il 10%. Come detto, rispetto alla vigilia della cesura covid, Arezzo è tornata a salire, seppur a nemmeno un punto percentuale (+0,6%). Nella fase negativa ormai alle spalle, c’è stato un riscatto. Le motivazioni su scala nazionale elencate dalla Cgia sono le stesse che hanno avuto effetto anche nell’Aretino. A partire dai contributi a fondo perduto, ristori, cassa integrazione e bonus economici. E poi il boom dei consumi, a partire dagli investimenti nelle costruzioni, specie tra il 2021 e 2022, senza dimenticare le opere Pnrr.
Luca Amodio