Il festival dei grandi nomi Dopo l’anteprima col Nobel inizia dal Pulitzer di Greer

Oggi il via all’evento con il grande scrittore statunitense intervistato da Gnoli. La forza di una manifestazione che in sei anni si è messa alle spalle il Covid.

di Marco Corsi

Una storia che dura… da sei anni. È giovane il Moby Dick Festival di Terranuova, ma dal 2018 ma ad oggi si è consolidato, diventando il più importante evento culturale dell’anno nella cittadina valdarnese e tra i più importanti in provincia di Arezzo.

La sesta edizione arriva dopo periodi complicati, culminati con la pandemia, che ha completamente stravolto le nostre vite e a maggior ragione gli eventi pubblici. Tra le novità rispetto al passato la location. Non più la tensostruttura in piazza della Repubblica, ma l’Auditorium Le Fornaci, adatto per manifestazioni del genere.

Sei anni fa il festival partì con nomi altisonanti: Ferruccio De Bortoli, Bobo Rondelli, Walter Veltroni, Ezio Mauro, Stefano Boeri, l’ex calciatore Leonardo, solo per citarne alcuni. Il successo fu clamoroso, al punto che gli organizzatori decisero, per l’edizione 2019, di ampliare gli spazi per il pubblico.

Quell’anno arrivarono a Terranuova personaggi del calibro di Massimo Recalcati, Federico Buffa, Federico Rampini, Nando Dalla Chiesa. E ancora Enrico Letta, Massimo Cacciari, Niccolò Fabi, Stefano Massini, Antonio Capranica, Federica Angeli, Vittorio Sgarbi e Beppe Severgnini.

Poi il Covid. Il festival fu spostato dalla primavera all’autunno del 2020 con ospiti quali Alessandro Barbero, i magistrati Giancarlo Caselli e Guido Lo Forte, l’antropologo e genetista Guido Barbujani, la giornalista Lina Palmerini, l’imprenditore Oscar Farinetti. Nel 2021 la prima novità. Gli incontri si tennero, per la prima volta, all’aperto, senza la copertura della tensostruttura.

Un festival in piazza, nel vero senso della parola, dove, alla fine di agosto, si alternarono, tra gli altri, Giuseppina Manin, giornalista del Corriere della Sera, Mircea Cartarescu, scrittore romeno, Marco Bechis, regista e produttore cinematografico, il fotografo Paolo Ventura e il giornalista Fabrizio Gatti. E ancora lo scrittore Marco Balzano, il politologo Vittorio Emanuele Parsi e Massimo Recalcati.

Lo scorso anno un nuovo spostamento della location, alle Fornaci, con la presenza di ospiti tra cui il sociologo e scrittore francese, Édouard Louis, Ferruccio De Bortoli e tanti altri. I temi trattati furono la violenza e l’identificazione di classe, l’ingiustizia, l’esclusione sociale e l’identità di genere. Ma con un occhio anche agli autori locali.

Nel 2022 il festival si è infatti aperto agli scrittori di casa nostra, con Enzo Brogi che, affiancato da Paola Turci, ha presentato il suo libro "Frammenti. Sentieri di piccole storie".

Quest’anno sarà la volta di Lorenzo Pierazzi con il suo "Tremilacinquecento battute, cinquantadue film per un anno di cinema".

Gli organizzatori hanno scelto, per rappresentare l’edizione 2023 che inizia oggi, uno scatto di Boris Michajlov, grande fotografo ucraino, che ha raffigurato il volto di due donne. Tra gli ospiti, oltre all’anteprimadi con il premio Nobel per la Pace 2022 Irina Scherbakova, figurano Vittorio Emanuele Parsi, Massimo Recalcati e la dottoressa Antonella Viola.

Il primo appuntamento vedrà protagonista Andrew Sean Greer (nella foto), scrittore americano vincitore di un premio Pulitzer, in conversazione con Antonio Gnoli.

A seguire Enrico Rotelli, giornalista e scrittore. Sarà poi proiettato il film “Tutta la bellezza e il dolore”, della regista statunitense Laura Poitras che ha vinto il Leone d’oro alla Mostra di Venezia come miglior documentario.