Federico D'Ascoli
Cronaca

Giostra, magistratura "sali e scendi": esce Colizzi ed entra Seri. Tutti i retroscena

Brucia nella scelta del consiglio comunale Aldo Brunetti e Mario Francoia, gli altri due nomi della "terna rossoverde". Il giallo dei copricapi dei togati

La nuova magistratura

Arezzo, 18 giugno 2019 - Cruciferino doveva essere e cruciferino sarà. Trionfa sempre la lottizzazione tra quartieri, sbandieratori, musici e fanti del Comune che caratterizza la magistratura 2019. Si afferma il metodo di Gianfrancesco Gamurrini, anche nell’ultimo consiglio comunale. A pochi giorni dalla prima sfida al Buratto c’è infatti da integrare l’organico dei togati. Esce ancor prima d’iniziare il dimissionario Sauro Colizzi.

Entra al suo posto Andrea Seri, ex maestro d’arme inserito nei tre nomi rossoverdi. Seri ha bruciato allo sprint Aldo Brunetti, il nome forte indicato come prima scelta dal quartiere di Andrea Fazzuoli. L’ex rettore di lungo corso, con dieci lance d’oro nel palmarès, è stato anche un apprezzato dirigente di banca fino a qualche anno fa. Una figura di rilievo nel mondo del Saracino.

L’altro nome scartato dalla terna blindata di Palazzo Alberti era quello di Mario Francoia, capitano che ha portato due lance d’oro. Sotto la spinta della maggioranza e con l’accordo dell’opposizione è uscito il nome di Seri. Il neo togato risponde con estrema fermezza al telefono: accetta i complimenti ma non vuol concedere una sua foto (trovata poi nei nostri archivi). Seri, quartierista appassionato, è stato per alcuni anni nel consiglio direttivo rossoverde: è dipendente di un’azienda di telefonia, si occupa di installazione e manutenzione.

Sabato, insieme alla toga rossa, indosserà la cuffia bianca, l’elemento del costume che avrebbe innescato le dimissioni di Colizzi. L’avvocato avrebbe preferito entrare in piazza con un altro copricapo: una sua iniziativa in questa direzione non sarebbe stata ben accolta dal primo magistrato Marco Cecchi. Il passo indietro del togato indicato da Porta Crucifera l’unica via d’uscita. È pur vero che la candida berretta assomiglia un po’ a quella dei Puffi (con rispetto scrivendo), ma avrà pure un fondamento nell’abbigliamento medievale.

Il giro di vite sui costumi da Giostra varato da Gamurrini ha cambiato le regole in corsa: i magistrati fino all’anno scorso si erano evitati la scomoda cuffia tirando su il cappuccio rosso. Sabato sera, invece, dovranno presentarsi in lizza con il cupolino ben calzato. «Futili motivi», si direbbe se si parlasse di un caso da codice penale. Nulla di irreparabile, invece. Le dimissioni di Colizzi a pochi giorni dalla Giostra, però, non sono un bel segnale.

Sarebbe pure balenata l’idea di riportare la magistratura a nove, così come è sempre stata. Ma nessuno, in consiglio, si poteva intestare la responsabilità politica di lasciare Colcitrone senza il “suo” togato. Vale la pena ricordare che la vasta riforma di Giostra voluta dal vice sindaco Gamurrini non ha toccato diversi articoli. Uno di questi, il 29, indica magistrati che devono mostrare: «competenza in materia, equilibrio, assoluta imparzialità e indipendenza di giudizio».

Infatti, continua il regolamento del Saracino: «il magistrato gode di piena libertà e indipendenza di giudizio e non è vincolato da alcun rapporto di rappresentanza». Ma se un quartiere per sostituire il magistrato che gli “spetta” (chissà perché) indica un ex rettore, un ex capitano e un ex maestro d’arme, gli appelli al principio di equidistanza sembrano messi lì per caso. Siamo Seri.