GAIA PAPI
Cronaca

Frutteti nella morsa del gelo. L’allarme degli agricoltori: "A rischio pesche e mele"

Ghini (Confagricoltura): "Le temperature in picchiata seccano i germogli". Dindalini (Cia): "Compromesso il miele di acacia ma il quadro non è negativo".

Frutteti nella morsa del gelo. L’allarme degli agricoltori: "A rischio pesche e mele"

Frutteti nella morsa del gelo. L’allarme degli agricoltori: "A rischio pesche e mele"

Neve e grandine sui vigneti già in pieno risveglio. È allerta massima tra gli agricoltori dopo il crollo delle temperature che ha portato la neve anche a bassa quota insieme alla grandine. Le temperature estive e ben superiori alla media stagionale delle scorse settimane hanno accelerato il germogliamento delle piante e la nascita dei primi frutti che ora si trovano in una fase molto delicata della loro crescita. La paura più grande? "Le gelate tardive che rischiano di compromettere i prossimi raccolti", spiega il tecnico della Coldiretti, Marco Rosseli.

"Si sta vivendo un periodo di forte incertezza. In Valdichiana la raccolta delle pesche per tre anni su cinque non è stata fatta, con danni dell’80%. Se le temperature scenderanno sotto zero il pesco verrà disintegrato. Siamo tutti con un occhio attento sul meteo e al nostro servizio allerta gelate" continua.

"E non è solo il pesco a rischiare. Dato che la maggior parte dei frutti, melo, pero, susino, albicocco, ma anche ortive, per produrre beneficiano del volo delle api e degli insetti, oggi, in cui la temperatura somiglia a fine novembre, non girano e l’impollinazione viene meno".

Insomma, "al momento non ci sono segnalazioni di danni. Ma i timori sono alti, l’allerta è massima. Il rischio basse temperature forse l’abbiamo scampato, mi auguro però di non vedere le piogge intense e abbondanti dello scorso anno". Le gelate tardive preoccupano anche il direttore di Confagricoltura, Gianluca Ghini. "Se si verificassero delle gelate tardive, alcuni frutti, dal pesco, al susino, sarebbero seriamente a rischio. Anche la scorsa primavera abbiamo assistito all’alternanza di periodi di caldo a periodo di pioggia, condizioni che scatenano tanta umidità, che si è tradotta con la diffusione della peronospora tra i vigneti" spiega.

"Un’attenzione particolare infatti va anche alle malattie. Ad esempio la mosca ce la porteremo dietro: per le poche gelate in inverno c’è il rischio che si presenti in estate". E infine: "Le forti escursioni termiche potrebbero portare a intensi colpi di vento, causando danni sia alle coltivazioni sia alle infrastrutture". Più ottimismo dalle parti della Cia: "Facendo tutti i dovuti scongiuri, se la temperatura non scenderà sotto lo zero, come sembra, ci sarà sì un rallentamento nella produzione, ma non avremo nessun danno" spiega il presidente Massimiliano Dindalini. "Se scendesse sotto zero, vorrebbe invece dire disastro, non c’è coltivazione che si salverebbe. Una sciagura, non ci voglio nemmeno pensare. Anche perché non sembra che ci sia questo scenario" continua.

"C’è però già una vittima. Il raccolto di miele di acacia, è già compromesso. L’acqua ha sciupato il fiore, le api con la pioggia non volano. Questo non significa compromettere la stagione, il problema principale è la fioritura dell’acacia. Intanto, incrociando le dita, diciamo che le condizioni ci sono ancora per una buona stagione".