Fiera, nel 2023 la sfida del rilancio Alti e bassi ma confermata la data

Di nuovo maggio, sperando che Vicenza non vada oltre febbraio: i vuoti degli States, i nuovi mercati

Migration

di Alberto Pierini

La Fiera è tornata, viva la Fiera. E’ il terreno solido sul quale tutte le opinioni convergono, pur in un evento che nei bilanci finali fatalmente divide. Perché alla fine ogni azienda fa storia a sè e basta poco a spostare gli equilibri. Ma soprattutto perché un po’ tutti sembrano considerare questo attesissimo rientro in presenza come una sorta di edizione zero.

Il comunicato finale non riporta neanche il classico dato delle presenze complessive nella quattro giorni degli affari. Il mondo è cambiato, è quello che filtra quando lo chiediamo, e i confronti con il mondo di prima sarebbero comunque impropri. Non sapremo dunque quanto siano calate le quindicimila presenze del 2019, c’è solo la percezione collettiva che il calo, in parte inevitabile, ci sia stato. Ma si punta su quel terreno, solido e comune.

"La 41° Oroarezzo è stata permeata da un sentiment diffuso di fiducia verso un percorso di ripartenza, grazie alla decisiva sinergia di sistema generatasi tra i protagonisti". Con franchezza gli organizzatori di Ieg non negano problemi legati alla data ("un calendario fitto di manifestazioni internazionali") ma puntano "sull’attrazione di buyers da mercati esteri chiave e l’attenzione di nuovi compratori da quelli emergenti". E confermano la formula, che si muova tra manifattura e tech, il fronte tecnologico della produzione, ampiamente rappresentato. Rimane sullo sfondo il numero rarefatto di buyers dagli Usa, che erano a Vicenza e che comunque anche le ditte aretine hanno intercettato lì, e si preferisce fare centro sul nuovo che avanza. "I compratori dal Medio Oriente e dall’Europa confermano la vocazione internazionale e il posizionamento nei mercati chiave di destinazione".

Poi i nuovi filoni: che non sarà l’America ma "le Americhe" sì, quella presenza dalla parte meridionale del continente apprezzata anche da diverse aziende. E poi il Sud est asiatico: Malesia, Indonesia, Vietnam, anche se è impensabile possa garantire gli stessi "gol" dell’altra Asia, quella che fa più fatica a tornare in pista. E l’ultima citazione va all’Africa del nord, individuata come "un obiettivo capace di generare nuove prospettive per le aziende". Innovazione al centro, la piattaforma digitale di Ieg come terreno di incontro tra offerta e domanda, puntando tutti i radar sul 2023. L’edizione zero alle spalle, la prima del mondo cambiato tra un anno. La data resterà maggio, anche se un anno è lungo e gli annunci di oggi hanno tutto il tempo di essere rimessi in discussione.

Rispetto al calendario di emergenza del 2022 Vicenza dovrebbe tornare alla sua collocazione naturale, quella di gennaio: ma già i boatos indicano invece uno scivolamento verso febbraio, in un quadro che comunque resta appeso a grandi eventi come Dubai, Istanbul e Las Vegas. "Il prossimo anno dobbiamo costruire una rassegna incredibile" era stato l’appello di Beppe Angiolini, l’art director della manifestazione. E se lo sarà davvero per una volta forse perfino il calendario lascerà il centro della scena per tornare alla parete.