Il segnale forte c’è: la sanità torna ad assumere. Non era scontato, non era banale. Dai tempi della pandemia le risorse sono più calate che cresciute e i bilanci delle Asl sono alle prese con gli effetti di una stagione che ha costretto a moltiplicare impegno e spese.
Quindi? L’annuncio dei giorni scorsi di una prossima assunzione di 105 infermieri nella sola Asl Sud Est è un segnale forte nella direzione giusta.
Ma potrebbe non bastare ad evitare problemi nel corso dell’estate, la stagione dove si concentra gran parte delle ferie anche del personale sanitario.
In base a quanto filtra dal mondo ospedaliero saranno tra 25 e 30 i posti a tempo indeterminato che dovrebbero essere riempiti entro luglio. Di questi, è chiaro, solo una quota parte andrà al San Donato e ai suoi fratelli, gli altri ospedali aretini, siamo tra il 30 e il 40% del totale.
E gli altri? Sul completamento dei cosiddetti e gloriosi posti fissi bisognerà aspettare la nuova graduatoria. Ormai quella vecchia è quasi esaurita e non solo sul personale infermieristico: ci sono fior di professionalità vacanti per mancanza di candidati.
Terzo filo: i 5055 posti a tempo determinato, chiamiamoli per semplicità precari. La convocazione a luglio partirà, questo è garantito. Ma si tratta di capire se e quante saranno le risposte. Non dipende dalla Asl o da Estar, così come non dipende dai ristoranti se gli aiuto cuochi non si presentano. Però è un fattore con il quale fare i conti.
Non tutti accettano di adeguarsi alla destinazione offerta, proprio perché non trattandosi di posti a tempo indeterminato si tratta di fare una scelta di vocazione. E d’altra parte dal suo canto la Asl deve rinforzare i reparti o i servizi con la maggiore carenza di infermieri.
Un esempio? E’ già stabilito che dieci, cinque per vallata, dovranno servire ad integrare il personale in Valtiberina e in Casentino. Lì dove ci sono le situazioni più scoperte, pensiamo anche alle recenti mosse sul pronto soccorso di Bibbiena. Quindi la mossa c’è, si tratta di capire se basterà ad evitare i disagi estivi oltre che a consentire al personale stabile di tirare il fiato.
E resta comunque la priorità del pronto soccorso. E’ da mesi uno dei reparti con le maggiore carenze, anche se poi dei passi avanti ci sono stati.
Ma è chiaro che un infermiere neoassunto non avrà mai, o quasi mai, l’immediata destinazione dell’emergenza. Sapienza sanitaria vuole che si proceda per gradi, specie a fronte della delicatezza dei servizi richiesti in un reparto così nevralgico. Più siamo meglio stiamo. Ma l’estate resta molto calda.