
Incontro con Toninelli
Arezzo, 14 febbraio 2019 - Sono stati posizionati lungo il viadotto Puleto dell'E45 gli autovelox per controllare la velocità, che, dovrà mantenersi entro i 40 km/h. Sul viadotto il traffico riaperto alle 16 di ieri, è scorso senza particolari difficoltà. Intanto per domani è attesa la visita di Danilo Toninelli, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il ministro effettuerà un sopralluogo anche a Ponte Buriano prima di andare al viadotto Puleto. Qui è in programma un incontro con la delegazione Anas composta dall'ad Massimo Simonini, e dagli ingegneri Raffaele Celia, Antonio Scalamandrè, Claudio De Lorenzo, Mario Liberatore e Domenico Cimino.
Subito dopo percorrerà un breve tratto della E45 fino a raggiungere la zona sottostante il viadotto. Ed è qui che lo riceveranno i sindaci di 6 realtà particolarmente coinvolte dall'interruzione: Città di Castello e San Giustino (Umbria), Sansepolcro e Pieve Santo Stefano (Toscana), Verghereto e Bagno di Romagna (Emilia Romagna). Al centro dell'incontro lo stato delle opere, con particolare riguardo alle misure attuative delle prescrizioni impartite dalla procura di Arezzo per la riapertura al traffico, lo stato degli appalti di manutenzione straordinaria dei viadotti 'Puletò e 'Tevere IV', il piano straordinario di manutenzione dell'intera E45.
Dopo la lunga attesa, dopo quattro settimane di sequestro, il ponte Puleto ha dunque riaccolto le automobili nelle due corsie centrali. Sono le uniche, queste corsie, a pemettere il passaggio di veicoli di piccolo tonnellaggio, 35 quintali il massimo consentito e dunque niente Tir e niente pullman. Le altre due, quelle laterali, sono occupate dal cantiere che Anas ha allestito in fretta e furia per l’intervento di consolidamento che dovrà dare una risposta anche ai carichi pesanti: pesanti come stazza ma soprattutto pesanti per l’economia sotto i tacchi della Valtiberina.
Però, come tutti hanno detto a cominciare dal ministro Toninelli, è meglio che niente. Danilo Toninelli, appunto: il titolare dei Trasporti sarà domani sul viadotto per un sopralluogo dopo aver affidato a Twitter la sua soddisfazione per «la prima buona notizia», il passo iniziale per arrivare alla ricucitura totale di questa disgraziatissima arteria. I tempi per chiudere il cerchio non sono ben definiti. Anas ha finora adempiuto alle prescrizioni a cui il procuratore capo Roberto Rossi l’aveva obbligata prima firmare il decreto di sblocco parziale, giunto ieri mattina. I consulenti della procura, Antonio Turco e Fabio Canè, avevano effettuato martedì le verifiche sul ponte consegnando, nel tardo pomeriggio della stessa giornata, la relazione conclusiva, quella nella quale spiegano che l’Anas ha rispettato gli obblighi per la riapertura parziale.
Ma l’elaborato, inviato per posta elettronica certificata, è arrivato nel pomeriggio, a cancellerie già chiuse, nell’impossibilità dunque per il procuratore Rossi di prenderne visione e di decidere subito sul ritorno del traffico leggero. Questione di poche ore. Già ieri mattina, infatti, è arrivato il decreto «con effetto immediato e a decorrere dalla notifica». Come dire: si può riaprire fin da subito. Dovuto a ragioni tecniche il mini-slittamento al pomeriggio.
La riapertura parziale è fondata su disposizioni rigorose ed è addirittura sub iudice: nel senso che vigilare sul ponte sono stati piazzati i sensori per il rilevamento delle vibrazioni. E se il viadotto fa il monello, entrano in funzione ai due estremi i semafori per bloccare il traffico. Attenzione poi alla velocità: sul viadotto non si potranno superare i quaranta chilometri orari e nessuno sfuggirà all’eventuale infrazione grazie agli autovelox installati in entrambe le corsie di marcia.
Nessun intoppo di particolare entità è capitato nel giorno della riapertura. Alle 16,25, quando è stato dato il via libera, c’erano auto in coda su entrambi i versanti, nell’attesa di poter finalmente ripartire. Un paio di Tir, evidentemente condotti da camionisti poco informati, hanno invece imboccato la strada all’altezza di Sansepolcro ma sono stati subito fermati grazie al prefiltraggio effettuato da Anas, altra prescrizione comandata dalla Procura.
Non esistono infatti, e lo sappiamo bene, strade alternative alla E45 altrimenti non staremmo a parlare del precipizio economico nel quale in un mese sono precipitate la Valtiberina toscana e quella umbra. La vecchia statale Tiberina 3 Bis è chiusa da anni per le frane e soltanto ora il governo ha dato il nulla osta per effettuare i lavori di recupero, già finanziati con 2,5 milioni mai spesi: Anas non può infatti intervenire su una strada comunale, rischiando il danno erariale.
E’ però di martedìl’autorizzazione ad Anas da parte del ministro Toninelli a firmare la convenzione con il Comune di Pieve per rimettere in sesto la Tiberina, catalogata come strada di servizio del cantiere sul Puleto.