REDAZIONE AREZZO

Distributori, case, moda: l'industriale con l'oro al nero in Spagna aveva creato un impero

La scalata di Stefano Cherici: 45 anni è accusato di aver nascosto il metallo prezioso senza punzonatura nelle ditte aretine

Guardia di Finanza

Arezzo, 22 dicembre 2016 - Era lui, Stefano Cherici, il dominus dell’organizzazione che macinava denaro in Spagna frodando il fisco. Nuovi particolari emergono sull’arresto dell’imprenditore orafo aretino, già coinvolto nell’operazione Fort Knox sia pure con un ruolo di non grande peso. Il sodalizio di Cherici, attraverso società carosello era riuscito a evadere 25 milioni di euro all’eraro spagnolo secondo quanto ha accertato il blitz condotto dalla Guardia Civil in collaborazione con Agenzia Tributaria di Spagna che si sono avvalse della guardia di finanza aretina, attivata attraverso rogatoria internazionale giunta a palazzo di giustizia al Gip Annamaria Loprete.

L’obiettivo di Cherici e soci era quello di monopolizzare in varie province spagnole la distribuzione di idrocarburi, sia vendendoli alle stazioni di servizio sia in proprio: erano già quattro i distributori di benzina riconducibili al gruppo, tutto nella Comunida Valenciana, tre a Valencia e uno a Castellon. L’attività era mascherata dal commercio fittizio di metalli preziosi, oro al nero sequestrato in grande quantità: 27 chilogrammi scovati nelle due aziende aretine di Cherici e altri 50 in Spagna, contenuti in una cassetta di sicurezza insieme a 400 mila euro in contati e a svariati gioielli.

Ingente la provvista economica del sodalizio che aveva nella disponibilità 4,5 milioni in banca e 5,5 milioni di litri di benzina e diesel, alcuni immobili. Era insomma una sorta di impero che di continuo allargava i confini, estendendosi anche al mondo del campionato di Moto Gp. Non solo: Stefano Cherici - sostengono le autorità spagnole - intendeva investire anche in una conosciutissima marca italiana di calzature e con essa voleva aprire un negozio in Spagna.

L’organizzazione era estremamente ramificata e questo spiega la retata degli arresti, ben 19 in Spagna: sette a Pontevedra, cinque a Valencia, tre a Tarragona, due ad Alicante, uno a Madrid e a Barcellona. Le manette per due persone sono invece scattate in Portogallo. Cherici è considerato il cervello di un gruppo che ha inciso in modo considerevole sul mercato spagnolo dei combustibili potendo vendere il carburante a prezzi bassi grazie alla frode fiscale. E dalle autorità è addirittura partito un invito ai gestori delle stazioni di servizio a diffidare dall’acquisto di benzina a costi troppo bassi e da fornitori sconosciuti.

di Sergio Rossi