Davide, esperti al lavoro per chiarire le cause dell’incendio sull’auto

Intanto domani in procura a Perugia sono attesi i risultati del Dna sulle ossa ritrovate nel veicolo. Gli incontri in Albania

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di Fabrizio Paladino

Stabilite la cause dell’incendio che ha distrutto la Skoda Fabia noleggiata in Albania dall’imprenditore Davide Pecorelli, sarà possibile seguire una pista ben precisa riguardo a quello che è accaduto a inizio gennaio. Non solo l’esito del Dna sulle ossa ritrovate (peraltro fondamentale), può dare la svolta all’inchiesta. Il rogo, insomma, è stato doloso? Pecorelli è stato ucciso oppure l’evento è accidentale? I dubbi, e non solo questi, sono tanti e rendono il giallo ancora difficile da risolvere.

Su quanto accaduto intorno al veicolo tra le montagne a poca distanza da Puke, ancora non è stata fatta chiarezza. Gli esperti italiani e albanesi, con i riscontri che presto potrebbero essere noti, hanno lavorato negli ultimi giorni intensamente. Domani a Perugia è atteso un report della polizia albanese con un primo esito sul campione di Dna recuperato all’interno della Skoda. Va detto che gli inquirenti, solo in un secondo momento, hanno notato nell’auto alcuni frammenti ossei, il 5% del corpo. E il resto che fine ha fatto?

I periti, secondo alcune fonti, non hanno ancora concluso cosa può aver causato l’incendio.

I familiari del 45enne – sentiti nei giorni scorsi dal pm Giuseppe Petrazzini e dalla polizia – hanno ribadito il fatto che Davide, in Albania, non aveva nemici; era partito a inizio gennaio (il 3) per concludere alcuni affari di lavoro. Agli investigatori albanesi non risulta nessuna pista di traffici illeciti, dopo un primo riscontro. Non è chiaro, quindi, cosa è successo la sera del 6 gennaio in via Gjegjan, dove mercoledì si è verificata la prima tappa degli inquirenti italiani, accompagnati nell’occasione dal capo della polizia criminale Tonin Vocaj.

I risultati della perizia, le tracce delle indagini e le prove ottenute dai pubblici ministeri in entrambi i Paesi sono stati confrontati per circa due ore in una riunione presso l’ufficio del procuratore di Puke, dopo di che nessuna delle parti ha fatto commenti.

Davide Pecorelli, la notte in cui è scomparso stava tornando da Puke a Tirana, mentre era in Albania per lavoro. L’imprenditore, infatti, aveva confidato a una persona con la quale stava avviando una società nel Tifernate, che in Albania doveva incontrate un medico per provare a vendere un laser all’avanguardia per centri estetici. Un affare da circa 70mila euro. Di questo incontro la polizia albanese non sa nulla, nemmeno un professionista che avrebbe dovuto acquistare la tecnologia proposta dall’imprenditore è stato individuato.

Nel frattempo, ha destato particolare scalpore il sequestro da parte del tribunale di Arezzo del negozio "Parrucchieri Milano" – fondato da Davide e attualmente gestito dalla sua compagna albanese – avvenuto al Centro Commerciale Valtiberino di Sansepolcro. Al momento non è dato sapere se questo provvedimento è da accostare alla vicenda della scomparsa di Pecorelli. Sta di fatto che il personale ora si trova a casa in attesa di sapere qualcosa sul proprio futuro occupazionale.