Contagi ancora forza 100 e altri due morti Varianti in ospedale: e aumentano i ricoveri

Malattie infettive e pneumologia risalgono a 88 pazienti. Nuovi virus modificati. Restano alti i casi ai confini dell’Umbria. Età media ancora più bassa

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di Alberto Pierini

EZZO

Corre ancora, a dispetto di qualunque limite di velocità, oltre i cento. Stavolta sono 106 i contagi "fotografati" dai tamponi in provincia. Sono numeri quasi in fotocopia rispetto al giorno prima ma che confermano il momento critico. La curva continua a crescere e il dato comincia ad essere più omogeneo su tutta la provincia: anche se riserva al capoluogo le botte più dure, anche se rispetto alla primavera tiene più protetto il Valdarno.

106 contagi e due morti. Una nonna di 79 anni e un vecchio signore di 92, spentosi proprio ieri, al San Donato, Sono le prime vittime di marzo, la linea listata a lutto di febbraio continua ancora. In base ai dati ufficiali, che in questo campo spettano alla Regione, siamo alla soglia dei 300 morti da inizio pandemia. Meno di tutte le altre province toscane con le sole eccezioni di Siena e Grosseto: ma con un altro dato che sale verticalmente da un mese.

Un quadro nel quale le varianti giocano un ruolo evidente. Sono già sessanta quelle certificate ma i sospetti si rincorrono ogni giorno. I più pesanti circondano l’ospedale della Fratta, la velocità del contagio nel reparto medicina sembra nascondere (male...) l’identikit del colpevole. I tamponi sono a Siena, finora l’unico laboratorio accreditato della Asl sulle tracce dei virus modificati, e oggi dovremmo avere la risposta definitiva. Sulla quale ci sono pochi dubbi. Resta di capire se siamo di fronte alla forma inglese o ad una brasiliana, come già era successo al San Donato, nel reparto di geriatria. E che la Asl sia convinta di trovarsi di fronte ad una "moltiplica" dei contagi lo conferma anche la decisione di allargare i centri di cure intermedie, ritagliando altri 25 posti nell’ospedale della Fratta.

Varianti sulle quali purtroppo vantiamo un record che poche altre province hanno toccato: tutte e tre le forme in circolazione qui hanno avuto casi, compresa la sudafricana, rispetto alle altre davvero rara. Spallate che diventano pesanti poi sul numero dei casi. L’altra conferma arriva dal’età media dei contagiati: che continua a scendere. 43 dei casi segnalati ieri hanno meno di 34 anni, diventano 68 considerando anche la fascia superiore sotto i 50 anni. Il sollievo? Il calo degli anziani. La vaccinazione fuori delle Rsa sta cominciando ad ingranare, ma già la copertura di chi vive nelle case di riposo ha avuto un effetto immediato sui numeri.

Numeri che invece cominciano a preoccupare sul fronte ospedaliero. Lontani, beninteso, da qualunque saturazione. Ma la curva anche qui è chiarissima. Nella bolla Covid, quella che accomuna malattie infettive e pneumologia, siamo saliti a 88 ricoveri. Un’accelerazione repentina, in due settimane da 50 alla soglia dei cento, quella che pensavano di esserci lasciati alle spalle. I posti letto sono 125 strutturati e un’altra ventina pronti da allestire. Ma soprattutto è un carico che ricade su medici e infermieri stremati. Siamo a 13 a terapia intensiva, tornata stabilmente in doppia cifra. La mappa vede Arezzo in testa con altri 50 contagi.

E registra un altro aumento a Sansepolcro: siamo a nove. E sono diciassette quelli dei comuni ai confini dell’Umbria: anche quello un nemico che ancora non è stato neutralizzato. E resta la ferita aperta della Valdichiana: 6 a Castiglion Fiorentino, due a Civitella, altri 5 a Marciano (che viaggia a percentuali su centomila abitanti impressionanti), 2 a Lucignano, tre a Cortona che è anche uno dei centri confinanti con l’Umbria.

I positivi sono 1664: un dato positivo? Siamo tornati al’80% seguito a domicilio, la diga più importante per la tenuta del San Donato. Ma sono saliti gli isolamenti oltre quota cinquemila e non d poco: siamo a 5638. L’altra diga, la vaccinazione vede le prime dosi sfondare il muro delle 17mila, per l’esattezza 17.400. Siamo dietro Firenze, Siena, Pisa e Livorno. E soprattutto siamo ancora dietro il grande traguardo dell’immunità di gregge. L’unico che conta, lì dove l’importante non è partecipare. Conta solo vincere.