
Castagne
Arezzo, 16 ottobre 2015 - In forno, arrosto o lesse. Prepariamoci ad un inverno a base di castagne. Che quest'anno saranno il 50% in più rispetto all'anno scorso. La castanicoltura toscana è infatti sulla via della guarigione. Rispetto allo scorso anno ha raddoppiato il raccolto. Questa l'analisi di Coldiretti Toscana e associazione nazionale Città del castagno. Tutto merito della lotta al cinipide che inizia a dare i primi buoni frutti. Così dopo quattro anni orribili con la produzione che si è progressivamente ridotta fino quasi ad azzerarsi, le previsioni e i primi segnali sono incoraggianti anche se sono ancora lontani i bei tempi in cui i 16mila ettari di castagneti da frutto regalavano fino 24 mila tonnellate fra marroni e castagne. Dalle nostre parti a farla da padrone è il famoso marrone di Caprese Michelangelo.
Che proprio in questo periodo viene celebrato da una sagra ad hoc in cui gustare piatti a base di farina di castagne, dalla pasta ai dolci, passando per le classiche castagne arrosto da mangiare al cartoccio. Intanto l'aumento del prodotto, in tutta la Toscana, contribuirà a rallentare le importazioni. Anche se Coldiretti invita i consumatori a prestare attenzione alla qualità e suggerisce di ricorrere a un più genuino fai da te casalingo per garantirsi un prodotto fresco, sicuro e a costi accessibili.
"La Toscana - ricorda Coldiretti - è in cima alla vetta per la qualità con 5 tipi di castagne e derivati: il Marrone del Mugello Igp, il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop e la Farina della Lunigiana Dop". «L'introduzione dell'antagonista naturale del cinipide galligeno, il torymus sinensi, sta dando già ottimi risultati. - spiega Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana - I primi riscontri sono incoraggianti. È un'annata inaspettata che rimette in moto un'economia molto importante che produce un'integrazione al reddito decisiva per la stabilità delle aziende agricole. La castanicoltura ha permesso a molte generazioni di sopravvivere in passato e lo sta facendo ancora tutto oggi». Semmai quest'anno, dalla Lunigiana alla Garfagnana passando per l'Amiata e il Mugello, regno del grande marrone Igp, e Caprese Michelangelo, a fare paura più che il cinipide, è il Gnomo Gnosis, un fungo che rende il frutto nero di muffa ed immangiabile. Gli «attacchi» sono per ora - rassicura Coldiretti - limitati e circoscritti. Lo scorso anno la ridotta produzione locale aveva provocato una massiccia importazione di prodotti dall'estero in particolare da Spagna, Portogallo, Turchia, Slovenia e Romania. Quest'anno pare non ce ne sarà bisogno e per gustare i marroni basterà acquistare quelli locali o al massimo toscani.