"Cantare in Fortezza, un sogno che s’avvera" Il baritono Cassi domani sera insieme alla filarmonica Rossini: "Fare musica all’aperto è più difficile ma lo scenario è esaltante"

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di Gloria Peruzzi

Appena rientrato dall’Australia all’Art Center di Melbourne e alla Sydney Opera House, impegnato in tre produzioni e circa trenta recite, il baritono aretino Mario Cassi torna in città per il recital lirico di domani alla Fortezza Medicea di Arezzo (alle 21.00), per la rassegna Estate in Fortezza organizzata dalla Fondazione Guido d’Arezzo.

Insieme alla Filarmonica Rossini diretta dal maestro Donato Renzetti, uno più importanti direttori d’orchestra contemporanei, Mario Cassi e la soprano Stacey Alleume, la più grande cantante di Opera Australia, che ad Arezzo fa il suo debutto in Italia, si esibiranno in un repertorio verdiano cui seguirà la Sinfonia numero 9 op.95 dal ‘Nuovo Mondo’ di Dvorak.

"Italia e Australia, una sorta di gemellaggio di culture - dice Mario Cassi - Al centro della serata le arie e i grandi duetti da Traviata e Rigoletto che sono vere e proprie scene d’Opera. Un concerto lirico con l’orchestra in cui saranno eseguiti i capisaldi della cultura italiana e mondiale, un repertorio tra i più amati dal pubblico che segue la lirica, oppure un’ottima occasione per cominciare a conoscerla". L’esecuzione all’aperto quali problemi presenta?

"Sono felicissimo di cantare in Fortezza, perché ho insistito tanto affinchè fosse riaperta alla musica. Lo scenario sarà bellissimo. Da un punto di vista acustico, senz’altro useremo i microfoni, aggeggi insopportabili per i cantanti lirici. Fare musica all’aperto è difficilissimo, ma ambienti così speciali donano emozioni superlative".

L’Opera porta l’Italia nel mondo, talvolta proprio noi italiani tendiamo a dimenticarlo?

"Purtroppo è un bagaglio culturale che ci siamo buttati un po’ dietro le spalle. L’Opera, quando è fatta bene richiama molto pubblico e di tutte le età. All’estero il 60% del pubblico ha sotto i 23 anni di età".

Proposte per Arezzo?

"Credo che l’amministrazione, in questi anni, si sia impegnata molto e anche con scelte coraggiose. Un’idea potrebbe essere quella di riportare produzioni come La Traviata nel 2019 e lavorare affinchè il pubblico si riappropri di questo nostro Dna. Tutti devono fare la propria parte, dalla scuola alla comunicazione".

Verdi è un autore che le ha dato molte soddisfazioni.

"È l’autore che la mia voce vuole, anche se non abbandonerò il belcanto, però Falstaff, Trovatore, Attila, sono i personaggi che adesso mi stimolano di più".

E l’obiettivo futuro?

"Puccini e qualcosa del Verismo senza però lasciare il Figaro di Rossini che mi ha portato in giro per il mondo e che riprenderò ogni tanto con piacere".

Dopo Arezzo, che impegni l’aspettano?

"L’Arena di Verona, il 12 agosto, per il concerto sinfonico e corale dei Carmina Burana in omaggio a Ezio Bosso che lo aveva diretto tre anni fa. A settembre sarò a Zurigo, poi Nizza, Liegi, Hong Kong e un debutto che ancora non posso annunciare".

Tournée così impegnative hanno bisogno anche una specifica preparazione fisica?

"Assolutamente necessario mantenere il fisico allenato. Io lo faccio con lo yoga, pilates e lunghe camminate. Poi con la dieta, perché quello che mangiamo si riflette sulla voce. Caffè, vino, la pizza o la pasta al pomodoro sono vietate nella tavola di un cantante lirico".