Bimbo abbandonato, il padre: "Che scemenza ho fatto". L'allarme da tre ragazzi: "Piangeva"

«Siamo rientrati, abbiamo avuto bisogno di uscire e lo abbiamo lasciato nell’ingresso, convinti dormisse». I giovani: "Perché abbiamo chiamato la polizia"

I giovani che hanno trovato il bambino

I giovani che hanno trovato il bambino

Arezzo, 7 gennaio 2020 - «Ho fatto una scemenza», ammette Francesco N., che usa a essere esatti un termine ben più pesante. E gli andrà anche bene se se la caverà con questa confessione, perchè adesso rischia di perdere i figli in fasce e anche di esporsi a un processo penale.

Nella notte della Befana, lui e la compagna si sono non solo dimenticati della calza coi dolci (che magari non è nemmeno adatta a un neonato) ma hanno anche abbandonato il loro bimbo, di soli quattro mesi, alle ore più spaventose della sua vita appena cominciata: dimenticato nell’androne di casa, dentro l’ovetto-carrozzina, lasciato a piangere disperato fin quando di lui non si sono accorti i quattro ragazzi che abitano al piano di sopra, soccorso con l’ambulanza chiamata dalla polizia, ricoverato in pediatria, reparto al quale adesso è stato affidato insieme al fratellino poco più grande, un anno e mezzo, anche lui tolto dalla procura dei minori a genitori la cui affidabilità è ancora tutta da verificare. Una notte da cani, insomma, altro che quella della Vecchietta con la scopa.

Due ore nel corso delle quali si è temuto il classico caso di bimbo abbandonato per strada dalla famiglia, triste serie che in Italia ha avuto tanti episodi ma che qui non si era mai verificata. Una notte che adesso raccontano a La Nazione i quattro soccorritori e anche il il babbo.

Comincia tutto intorno all’una, in via Po, cuore del difficile quartiere di Saione. «Con la mia compagna - racconta Francesco, ancora smarrito e sotto choc intorno all’ora di pranzo - eravamo appena rientrati. Poi abbiamo avuto bisogno di uscire ancora (per fare cosa il padre non vuol dirlo Ndr) e abbiamo lasciato il bimbo nell’ingresso, convinti che dormisse». Il resto lo spiegano Valentina Martinez, Gabriele Parisi e Saul Artini, che con la fidanzata di quest’ultimo Alice Giusti condividono l’appartamento al piano di sopra.

«All’inizio abbiamo sentito un piccolino che piangeva, ma abbiamo pensato che fosse dentro casa». Poi, insistono, Valentina e Gabriele hanno portato fuori il cane: «Il bimbo era lì nell’androne che si disperava. Non sapevamo chi fosse, perché i genitori hanno affittato l’appartamento solo da pochi giorni, anche noi abbiamo pensato a un neonato abbandonato».

Valentina, è lei stessa a dirlo, lo prende in braccio e lo culla, per farlo smettere di piangere. Chiamano anche Saul e Alice, tutti insieme cercano nei dintorni per vedere se spuntavano fuori i genitori. Niente. «Allora abbiamo avvertito la polizia». Arriva la Volante con gli agenti che a loro volta suonano ai campanelli del condominio (cinque portoni in tutto), non trovano nessuno e fanno intervenire l’ambulanza, che porta il bimbo in ospedale.

E’ solo a quel punto, a scena ormai sgombra, che tornano babbo e mamma. «Quando ho visto che nell’androne non c’era più l’ovetto con mio figlio - dice concitato Francesco - mi sono sentito male. Non capivo, finché fra polizia e vicini non mi hanno detto che lo avevano trasportato al pronto soccorso. Allora siamo corsi con la mia compagna».

Ormai, però, era partita la procedura di legge, con la chiamata al Pm minorile di Firenze che ha disposto l’affido del bimbo e del fratellino al reparto di pediatria, in attesa di ulteriori decisioni nell’interesse dei due bambini. Al Pm di turno ad Arezzo, Chiara Pistolesi, toccherà invece di stabilire se nel comportamento dei genitori possa configurarsi l’abbandono di minore.

Il padre, intanto, è rimasto solo dentro il suo appartamento (la mamma, se c’è, non si fa vedere). «Mi hanno portato via tutti e due figli», dice col fare nervoso di chi è sotto choc. La sua vita è cambiata in un attimo, quella dei figli anche. La Befana al contrario, non è un bel vedere.