"Bello tornare nella terra dei grandi talenti"

Incrocio di pareri al primo giorno. C’è chi parla di partenza sottotono, chi è soddisfatto: l’ottimismo prevale e si punta a nuovi clientiI

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di Gaia Papi

Ieri, all’apertura della 41esima edizione di OroArezzo, che torna dopo due anni in presenza, abbiamo fatto un giro fra gli stand, incontrando buyers ed espositori pronti per questa quattro giorni.

"Mi fa molto piacere il ritorno di OroArezzo in città. Certo, ormai ci siamo abituati agli strumenti digitali che ci hanno salvato in questi due lunghi anni di pandemia, ma parlare vis a vis, trattare, vedere e toccare i gioielli di persona è tutta un’altra cosa" spiega Carlo Gallorini, produttore di leghe dell’omonima azienda aretina.

Come sta andando il mercato? "Prima della guerra c’è stata una forte ripresa, ma da marzo stiamo assistendo ad uno stallo, una frenata non così preoccupante, ma abbiamo bisogno di crescere e di tornare ai livelli del 2019. Proprio per ragioni economiche quest’anno abbiamo deciso di non essere presenti ad OroArezzo, abbiamo deciso di puntare tutto su Vicenza".

Arriva dalla Polonia Francesco Vitale, buyer per un’azienda che si occupa di produrre e lavorare oro e gioielli. "Il ritorno della fiera ad Arezzo mi fa molto piacere. Ho lavorato qua per cinque anni, torno sempre con grande gioia. Qua ci sono grandi menti, con estro e professionalità innate. Vengo per conoscere le novità, qua si creano i trend, le mode a cui tutti si ispirano. Guardo e compro, in Polonia piace molto il nostro gioiello, i nostri gusti".

Tra gli stand, già all’inaugurazione, in diversi parlano di un’atmosfera sottotono, lontana dagli "sfarzi" del passato.

Tra questi c’è Pamela Casini di Komete di Monte San Savino. "Esser qua è una gran bella sensazione. Anche se devo ammettere che trovo l’atmosfera meno brillante del solito, c’è meno gente, si nota subito. Esattamente come è accaduto a Vicenza nell’appuntamento di marzo. Si respira un po’ di calo generale, credo che sia dovuto al mercato.

Siamo ancora in una fase di ripresa, lontani dai periodi d’oro. Siamo comunque ottimisti, da OroArezzo ci aspettiamo di trovare nuovi clienti e di mantenere quelli vecchi".

Ottimismo anche da parte di Fabrizio Falcinelli, della storica azienda aretina Falcinelli Italy. "Finalmente Arezzo si riapre al mondo vero, non solo quello virtuale, che ci ha tanto aiutato ma c’è bisogno di contatto. Stamani (ndr ieri) già all’apertura vecchi clienti sono venuti a salutarci, questo ci fa ben sperare, nonostante già si stia parlando di un’atmosfera sottotono. Un po’ come quella vissuta a Vicenza, dove noi, comunque, abbiamo lavorato".

Cosa portate ad Arezzo? "Abbiamo diverse nuove collezioni da presentare su cui puntiamo molto, anche qua ci aspettiamo nuovi consensi come quelli che sono arrivati nelle altre fiere per le quali abbiamo già dei lavori in azienda"

Parteciperete alla premiere, che vi ha visto vincitori molti anni? "Certo che sì, quest’anno sia come Falcinelli che come Tavanti. Al concorso porteremo un bracciale con anima di titanio, rivestito di oro rosa con diamanti e opale rosa. Lo abbiamo chiamato papillon, farfalla per dare il senso di libertà e di vita ispirandosi al tema scelto quest’anno per la fiera: la pace".

A proposito di pace, la guerra come ha influenzato il vostro mercato? "Abbiamo una nicchia di clienti russi e ucraini, con i quali, come è evidente, si sono interrotti i rapporti commerciali, non quelli umani. Come ho detto è una nicchia, una piccola fetta del nostro mercato, ma effettivamente la guerra ha portato una perdita del 5% delle entrate".