Salvatore Mannino e Gaia Papi
Cronaca

L'ultima mappa dello spaccio: via XXV aprile e piazza del Popolo le new entry

Residenti e commercianti accusano: i pusher lasciano la droga nelle fioriere, i ragazzi la ritirano. La colonna del monumento al Risorgimento punto di riferimento

Spaccio

Arezzo, 2 febbraio 2018 - L’ULTIMO grido di dolore viene da via XXV aprile, palazzo elegante del Parco, il complesso nato sulle ceneri della vecchia Sacfem. Anche lì, raccontano i residenti, si annidano gli spacciatori, perlopiù di origine magrebina o appartenenti all’ultima ondata migratoria dall’Africa profonda. Il meccanismo sarebbe ormai consolidato: il pusher lascia la bustina con la droga (perlopiù leggera, roba da spinello) dentro una fioriera, poi passa a ritirarla l’acquirente, quasi sempre un ragazzo, spesso uno studente dei plessi scolastici di istruzione superiore che si trovano nella zona.

La zona si presta: per quanto abitata da una borghesia benestante, o forse proprio per quello, è riservata, tranquilla, quasi isolata. Persino un po’ buia negli androni a fianco degli ingressi ai condomini. Fonti vicine ai carabinieri dicono che l’allarme è arrivato anche all’Arma, che ci sono stati controlli e appostamenti discreti, persino con l’utilizzo di cani antidroga nei pressi delle scuole, ma per ora senza risultati eclatanti come quelli di altre zone infestate, vedi quella con la fama più sinistra, ossia il Pionta, dove i pusher la polizia e i carabinieri li pescano quasi ogni giorno, a cielo aperto, come sardine.

CERTO È che un monito sulla zona del Parco Giotto, contiguo a via XXV aprile, l’aveva già lanciato qualche giorno fa il comandante della polizia municipale Cino Cecchini, altrettanto certo è che nella zona in estate si concluse una risssa fra migranti dai contorni ancora misteriosi, estesa anche all’area nei pressi dell’Euronics e di via Caduti del Lavoro, altro punto caldo secondo gli inquirenti.

E mica finisce lì. La mappa aggiornata dello spaccio include anche piazza del Popolo, in particolare la colonna del monumento ai caduti del Risorgimento, sul retro del Palazzo delle Poste. Secondo qualche commerciante (ma fonti d’indagine confermano), lo scenario sarebbe analogo a quello di via XXV aprile: bustine lasciate dai pusher e ritirate da chi ha comprato precedentemente, magari in un incontro fugace al bar. E’ più sicuro: anche se polizia o carabinieri intercettano il passaggio di denaro, non c’è scambio di droga e quindi provare lo spaccio è più difficile.

CI SONO poi i luoghi classici del mercato della droga. Il Pionta, appunto, dove il parco si popola la mattina intorno alle 10. Molti sono ragazzoni di colore che bighellonano intorno al campetto di calcio. Chi deve sapere sa, gli altri girano al largo: nel polmone verde ci sono già state alcune rapine ai danni dei passanti, meglio non intrufolarsi troppo.

A Campo di Marte, altro evergreen dello spaccio, l’esca sono i tossici che girano intorno alla più grande delle farmacie aretine. Le gallerie del grande complesso edilizio, uffici e soprattutto abitazioni di gente-bene, si prestano al rapido passaggio di ogni tipo di stupefacente, così come i giardini sul retro. Più a sud, altri due punti di riferimento per gli spacciatori sono la zona di Piazza Zucchi e quella del Bar Europa, il cui ex proprietario anni fa si rivolse alla polizia, consentendo alla Mobile una retata di pusher, in gran parte d’immigrazione. La stessa fauna che popola i giardini del Porcinai, dalla stazione fino all’Eden. Il suggello lo dà l’aretino che si sfoga si Facebook, con nome e cognome: da lì a Campo di Marte è un «ipermercato» della droga. Lui invoca misure: fosse facile trovarle.