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Fort Knox, ecco i patteggiamenti. C'è anche Kamata: due anni. 32 milioni in ballo

Processo svuotato: formalizzate in udienza preliminare una ventina di istanze più quelle per i riti abbreviati. Riti brevi per 44 su 66, Reato derubricato da riciclaggio in ricettazione. Ma il Gip deciderà solo alla fine

Marco Dioni

Arezzo, 30 marzo 2017 - Cucù e il processo (Fort Knox) quasi non c'è più. Lo svuotano, già in udienza preliminare venticinque (più o meno, i calcoli precisi sono ancora da completare) istanze di patteggiamento e una decina di richieste di rito abbreviato. Lo svuota anche la derubricazione del reato più grave: l'associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio per il colossale traffico (180 milioni) di oro al nero verso la Svizzera diventa associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione. Contestazione assai più leggera che consente pene ridotte e perdipiù sospese: intorno ai due anni.

E' quanto patteggia ad esempio Petrit Kamata, il capo dei capi nell'ipotesi accusatoria dell'organizzazione che svolgeva il contrabbando di lingotti e verghe oltre il confine di Chiasso. L'accordo fra il Pm Marco Dioni e la difesa prevede appunto due anni che non si scontano. Poteva andare molto peggio. E poteva andare molto peggio anche a Michele Ascione, l'ultimo referente aretino di Kamata, quello nella cui villa di San Giovanni dei Mori (Marciano) la Finanza sorprese nell'ottobre 2012 lo scambio verghe d'oro contro contanti con un eimissario in  arrivo dalla Svizzera: patteggia anche lui due anni a pena sospesa. Più o meno le pene sulle quali trovano l'accordo un'altra ventina di imputati. Se si aggiungono i riti abbreviati, siamo a una quarantina di accusati su 66. La fase dibattimentale o non si svolgerà proprio oppure sarà ridotta al minimo.

In ballo c'è una grossa questione economica. Col Pm Marco Dioni che a suo tempo aveva ottenuto sequestri per circa 32 milioni e ora spera che lo stato ne incameri il più possibile. Molti di più, magari, degli otto milioni che gli avvocati difensori stimano come il profitto reale di Fort Knox, il colossale traffico di oro in nero verso la Svizzera sventato nel 2012 da una maxi-operazione della Guardia di Finanza. Gli imputati, insomma, potrebbero trovarsi a pagare in denaro e in beni quel prezzo che invece nessuno pagherà in termini di condanne. 

Ora tocca al Gip Marco Cecchi, applicato da civile, decidere se dare il via libera ai patteggiamenti: lo farà alla fine dell'udienza preliminare, a maggio avanzato e anche oltre. Pronunciandosi subito, infatti, diventerebbe automaticamente incompatibile con il resto del procedimento. Spariscono ovviamente dall'orizzonte del caso le istanze perchè venga dichiarata l'incompatibilità territoriale e quindi gli atti siano trasferiti a Napoli. Era il tema ufficiale della giornata di oggi ma non lo ha sollevato nessuno. A queste condizioni di pena non conviene ad alcuno andare a cercarsi un altro giudici. Molto meglio chiuderla qui.