
Si fingeva un finanziere per derubare gli ambulanti, salvo poi finire nel mirino delle vere Fiamme Gialle. È accaduto a San Giovanni Valdarno, durante il mercato del sabato mattina. I militari del Comando Provinciale di Arezzo hanno infatti denunciato alla Procura della Repubblica un uomo che si qualificava come appartenente alla Guardia di Finanza, ma che in realtà non aveva niente a che fare con le forze dell’ordine. Durante il mercato settimanale di San Giovanni l’uomo si è recato davanti ad una bancarella e ha esibito ad un commerciante tanto di placca metallica simulando lo svolgimento di un controllo strumentale. All’esercente è stato ordinato di mostrare l’incasso del giorno, mossa che ha consentito al falso finanziere di sottrargli il denaro contante e darsi così alla fuga.
Da qui è partita la denuncia dell’accaduto ai veri finanzieri della Compagnia San Giovanni, che hanno svolto tempestivamente gli accertamenti del caso identificando un uomo di origini italiane di 39 anni, che è stato così segnalato all’Autorità Giudiziaria aretina per numerosi reati, fra cui l’usurpazione di funzioni pubbliche e il furto. "L’attività svolta - spiegano dalle Fiamme Gialle aretine - si inquadra tra i servizi svolti dal Corpo a tutela dei cittadini e delle attività economiche. A tal proposito, si rammenta che nessun vero appartenente alla Guardia di Finanza chiede di mostrare il denaro contante paventando presunti verbali. Infatti, se in borghese, i militari del Corpo hanno altresì sempre al seguito il tesserino di riconoscimento dell’amministrazione di appartenenza, e non solo placche eo portafogli con distintivo. In caso di dubbi relativi ad eventuali falsi appartenenti al Corpo, potrà essere sempre contattato il numero di pubblica utilità 117". Lo scorso luglio invece i finanzieri del Valdarno, dopo accurate indagini, avevano scoperto una rilevante frode fiscale, portata avanti tramite l’utilizzo e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, ad opera di società del settore dell’edilizia, con sedi in Toscana, Campania e Basilicata. Gli imprenditori coinvolti nell’indagine, in base a quanto ricostruito dai finanzieri, si sarebbero avvalsi di società-cartiere, prive di una reale struttura operativa e riferibili a soggetti prestanome compiacenti, che hanno emesso fatture false per consulenze e per noleggio di attrezzature.