Alluvione della Chiassa, due a processo per inondazione colposa: prosciolti i tecnici di Comune e Provincia

A 6 anni dal disastro l'inchiesta arriva alla svolta: nel mirino il direttore dei lavori e l'amministratore della ditta che realizzò un ponticello, giudicato concausa dell'alluvione

L'inondazione alla Chiassa

L'inondazione alla Chiassa

Arezzo, 8 luglio 2015 - Una disastrosa inondazione si abbattè sulla Chiassa Superiore il 5 luglio 2009. Alla vigilia ecco il rinvio a giudizio per due dei quattro imputati del disastro: l’amministratore unico della ditta che eseguì i lavori di costruzione di un ponticello considerato come concausa dell’alluvione, e il direttore dei lavori.

Escono di scena, invece, i due tecnici del Comune e della Provincia che per la procura erano corresponsabili del reato di inondazione colposa: secondo il Gip a loro carico non sono emersi elementi tali da far ritenere che dovessere affrontare il processo. Secondo il magistrato non ci sono state omissioni degli enti pubblici.

Altro il giudizio dei residenti nella zona, che continuano ad accusare il Comune. In sostanza, stando alle indagini, l’ondata di acqua e di fango che sommerse una parte della Chiassa fu provocata da un lato dalle condizioni atmosferiche estreme e dall’altro da un ponticello che ostruiva il Borro della Peschiera.

Di qui il fascicolo aperto dall’allora sostituto procuratore Roberto Rossi (ora è il procuratore capo) che è poi sfociato nella richiesta di rinvio a giudizio: per il titolare della ditta e l’architetto direttore dei lavori da un lato, e per i due tecnici pubblici dall’altro, il responsabile del servizio suolo della Provincia e il direttore del servizio edilizio del Comune. Il Pm Julia Maggiore ha chiesto il processo per tutti, ma il Gip ha prosciolto i due funzionari, difesi dall’avvocato Piero Melani Graverini e Jessica Nocciolini.

Si va in aula in autunno, con l’accusa di inondazione colposa. La parte giudiziaria dell’alluvione della Chiassa per ora si ferma qui, il resto è fatto di una velenosa coda politica. Con il neoassessore Tiziana Nisini a promettere una commissione d’inchiesta.