Alberi di Natale a secco "Dieci giorni per salvarli"

Preoccupato Marco Agnoloni, uno dei produttori più importanti "Se non piove entro Ferragosto tutto il nostro lavoro sarà distrutto"

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di Francesca Mangani

La siccità mette a serio rischio gli alberi di Natale del Casentino: a Montemignaio la maggior parte delle piantagioni sono già secche, ma risultano compromesse anche le patate di montagna. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che parla di effetti devastanti delle alte temperature e della siccità sulla produzione agricola. "Se continua a non piovere per altri 10 giorni si seccherà tutto e la produzione di quest’anno sarà pari a zero – dichiara Marco Agnoloni, titolare dell’azienda agricola Agnoloni che produce il noto abete di Montemignaio – le piante più piccole sono già tutte secche mentre le più grandi si stanno seccando e se continuerà così per altri 10 giorni non potremo più salvarle. La situazione è tristemente preoccupante". Il 2022 si classifica fino ad ora come l’anno più caldo di sempre con una temperatura addirittura superiore di +0,98 gradi rispetto alla media storica ma si registrano anche precipitazioni praticamente dimezzate con un calo del 45%. Un’anomalia climatica che si ripercuote anche sull’economia di piccole realtà montane come quella di Montemignaio.

"Siamo di fronte – spiega la Coldiretti di Arezzo – a un impatto devastante della siccità e delle alte temperature. Le campagne sono allo stremo con cali produttivi in molti settori ed adesso a preoccupare sono anche le produzioni di montagna e la vendemmia appena iniziata. Gli effetti del cambiamento climatico si fanno dunque sentire anche in montagna– sottolinea Coldiretti Arezzo – con una situazione di allarme anche nella nostra provincia".

Di fronte alla tropicalizzazione del clima secondo Coldiretti occorre organizzarsi per raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi e renderla disponibile nei momenti di difficoltà, con interventi di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque attraverso opere infrastrutturali, potenziamento della rete di invasi sui territori, creazione di bacini e utilizzo di ex cave per raccogliere l’acqua piovana. "Gli agricoltori sono già impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare" afferma il direttore di Coldiretti Arezzo Raffaello Betti nel sottolineare la strategicità in questo momento storico del progetto invasi elaborato da Anbi e Coldiretti nazionale.