SILVIA BARDI
Cosa Fare

Mille scatti dal mondo con "Arezzo&fotografia": aperta la biennale

Dai reportage sulle zone di guerra ai mondi sommersi, tecniche, colori, suggestioni con i più grandi nomi internazionali della fotografia in un percorso itinerante per la città. Ma anche gli scatti dei ragazzi speciali di Helios e il dietro le quinte della Giostra del Saracino. Fino al 16 dicembre con l'associazione Imago

Fanny Raspini e Antonio Losco di Imago

Arezzo 30 novembre 2018 - C’E tutto il mondo in quelle immagini, la realtà vista con l’occhio del fotoreporter alle prese con il dolore, la guerra e la morte. Quella riletta e rivista attraverso le pagine della letteratura di Edgar Allan Poe. Quella che va a cercare i mondi sommersi delle meduse e delle anemoni. C’è chi ha l’ossessione per il colore chi per il bianco, e chi trasforma le fotografie in quadri tanto da non capire se si tratta di uno scatto o di un dipinto. Chi ti fra entrare in un mondo da favola chi negli anni Cinquanta. Ci sono le immagini che ritraggono il dietro le quinte della Giostra del Saracino o gli scatti dei ragazzi speciali dell’associazione Helios oltre a una selezione dei soci Imago e del fotoclub La Chimera che giustamente giocano in casa. Chi ti colpisce al cuore e chi allo stomaco.

Sono le immagini scattate da trenta fotografi, trenta artisti che hanno aperto l’ottava edizione della biennale “Arezzo & fotografia” promossa dall’associazione Imago. Artisti e fotografi provenienti da tutto il mondo, ma veramente tutto. In rapida carrellata Usa, Francia, Russia, Grecia, Irlanda, Inghilterra, Germania, Kenya, Serbia, Indonesia, Canada, Israele, Svezia, Ungheria. Un migliaio le opere esposte in un percorso itinerante per la città da Palazzo Sacchi in via Vittorio Veneto dove è anche la sede di Imago a Palazzo Guillichini in Corso Italia, dall’Oratorio dei Santi Lorentino e Pergentino al parcheggio di viale Mecenate, dalle Logge Vasari al Bar Stefano, dal Fotoclub la Chimera in Piazza Grande al mercato delle Logge del Grano fino al Coffee o’clock. Un vero giro intorno al mondo fatto di emozioni, racconti, stili.

Impossibile descriverli tutti ma tra loro ci sono veramente le grandi firme della fotografia come il fotogiornalista Alex Majoli presidente della Magnum che un legame con Arezzo ce l’ha perché il suo primo lavoro è stato sulla chiusura del manicomio sull’isola di Leros in Grecia grazie l’interesse suscitato in lui dalle teorie di Franco Basaglia che fece chiudere gli ospedali psichiatrici in Italia. Qui ad Arezzo ha portato un progetto speciale, la sintesi dei suoi anni di lavoro che ha intitolato “Andante” per raccontare la frammentazione dell’identità europea, le guerre, la xenofobia, la migrazione, la paura e il dolore visualizzato in una serie di foto che lui ha chiamato “il muro del pianto” (a Palazzo Sacchi). Come Gillian Hyland, fashion stylist, reporter, stilista, scenografa che spazia dal cinema alla televisione con una tecnica fotografica unica che proietta il visitatore dentro l’immagine come in un film di Tim Burton. Come Stavros Stamatiou che con la sua serie di opere in bianco e nero rende omaggio ad Edgar Allan Poe e alle notti dove anche una innocua pecora diventa un’immagine minacciosa eppure, spiega “Una chiave che mi permette di liberare paure e speranze che giacciono nel profondo”

Ma c’è anche l’ossessione per il colore di Julie Poncet che per la sua installazione ha cambiato il colore di una carta da parati fiorita dal verde al rosso mimetizzandosi su essa con vestiti, scarpe, borse dello stesso disegno. Il messaggio? Siamo tutti vittime di moderne frustrazioni. E c’è l’ironia di Anais Boileau che non teme di ritrarre molto da vicino e molto ingrandite donne a cui piace prendere il sole. Ci sono le foto in bianco di Laura Bonnefous definite “sculture”, spazi reali e spazi metaforici del paesaggio contemporaneo che lei chiama “periferie interiori”. Ci sono le donne americane di Anna Tihanyi tutte con la testa di coniglio per sottolineare “l’esistenza disumana e le situazioni claustrofobiche di New York. "La maschera - dice - rappresenta il surrealismo della città, una sorta di racconto delle situazioni irrazionali, e la impersonale distanza che ho provato, e di cui tutti a volte sentiamo di essere prigionieri”.

E ancora Fulvio Bugani, ambasciatore internazionale per la Leica,s con la sua Cuba tra luci e ombre, Frank Lassak, Anup Shah e Pier Nicola Bruno, Michela Goretti, Dorothy Bahwl, Adeolu Osibodu, Liza Zhakova, Dima Zharov, Hengki Koentjoro, Douglas Ljungkvist, Russ Rowland, Ekaterina Bourindine, Aldo Luttini, Vincenzo Marzocchini, Sara Seene, Salvo Veneziano, Osher Patrovi, Anup Shah, Marko Stamatovic, Michael Kenna.

Mostre aperte fino al 16 dicembre ogni sabato e domenica dalle 10,30 alle 19,30 a ingresso libero, con incontri, laboratori, approfondimenti, conferenze. “Abbiamo degli editing scelti e creati dagli autori appositamente per l’evento di Arezzo e quindi unici al mondo. L’appuntamento con Arezzo & Fotografia può essere dunque un modo per cominciare un’alfabetizzazione visiva in un mondo dominato dalle immagini” spiega Fanny Raspini curatrice della mostra. “Siamo onorati di aver raccolto una così ampia adesione da parte di artisti di fama internazionale - sottolinea il presidente Imago Antonio Losco - per noi Arezzo & Fotografia è un momento molto importante nella vita della nostra associazione. Abbiamo voluto garantire, anche per questa edizione grande qualità nella proposta delle esposizioni e varietà. Speriamo di esserci riusciti”.

E fra tanti artisti internazionali anche il gruppo di fotografi del centro diurno di aggregazione sociale Helios, persone con disabilità psichiche seguite Lucia Caneschi che danno la loro interpretazione del mondo. Ognuno di loro ha ricercato se stesso al di fuori di sé, rappresentando sogni, desideri e paure. “Tracce di me” è il titolo non casuale di questa sezione in cui questi ragazzi invece si raccontano moltissimo e con grande tecnica. Sotto le foto i commenti. “Mi piace la mia ombra, si sforza sempre di assomigliare a me “ scrive Giuseppina che quell’ombra l’ha fotografata. E Sergio che ama guardare il cielo confessa “voglio restare sospeso tra le nuvole, c’è un paesaggio mozzafiato”.

Ma c’è anche la nostra Arezzo con la Giostra come non si è mai vista con scatti rubati dai fotografi Imago prima del Saracino tra i quartieristi e i figuranti, tra gli operai impegnati nell’allestimento di Piazza Grande allo scultore della lancia d’oro, dai musici agli sbandieratori, dal maestro di campo ai fanti, ai vessilliferi e ai valletti del Comune, dalla giuria alla magistratura, dall’araldo al cancelliere, dal coordinatore della regia al sindaco e a tutti agli altri operatori. Scatti di Cinzia Gasparini, Fabrizio Lasi, Giovanni Tiezzi, Lorenzo Marinelli, Maria Vittoria Rossi, Massimo Mattesini, Matteo Dottorini, Michele Sbardellati, Paolo Menchetti, Riccardo Mazzi, Sara Carosso, Stefania Bracci.