
Gustavo Aceves
Arezzo 19 febbraio 2019 - Il primo ad andarsene è stato quello alto otto metro che svettava dal sagrato del Duomo. Doveva lasciare lo spazio ai fedeli che sarebbero saliti in massa per celebrare la Madonna del Conforto. Lo seguiranno tutti gli altri, i cavalli dell’artista messicano Gustavo Aceves che dal giugno dell’anno scorso hanno portato un messaggio potente e suggestivo nelle piazze di Arezzo, in Fortezza e nella Galleria S.Ignazio. Ne resterà solo uno. Un regalo che l’artista ha deciso di fare alla città, annunciato a bassa voce durante la presentazione del cofanetto-catalogo che racconta con trentasei scatti da “vecchio” rullino in bianco e nero di Andrea Sbardellati la mostra aretina che adesso si rimette in marcia per raggiungere New York. Aceves raccoglie la speranza del sindaco “di dimenticarsene qualcuno” e annuncia il suo dono. E’ molto probabile che a restare sia il cavallo di piazza San Francesco, e francamente ce lo auguriamo. Quel cavallo richiama gli affreschi di Piero. E’ stato lo stesso Aceves a confessarlo e a volerlo lì durante il sopralluogo in fase di allestimento mostra.
“La prima volta che sono venuto in Italia con mia figlia e mia moglie - ha raccontato Aceves - sono venuto subito ad Arezzo per vedere Piero della Francesca, ero così emozionato che non avevo il coraggio di entrare, ho dovuto prendere un caffè prima. Mai avrei immaginato che in un futuro avrei fatto qui una mostra e al pensiero che dietro alla mia scultura, dietro a quel muro ci sono i suoi affreschi, mi viene la pelle d’oca”. Quel cavallo è stato tra i più fotografati. Sotto di lui si sono messi in posa turisti e intere scolaresche, sembra appoggiare dolcemente la testa sul campanile della Badia e fare da guardia alla chiesa. In attesa della conferma ufficiale, è stata chiusa la mostra “Lapidarium dalla parte dei vinti” con un incontro in Fortezza a cui ha partecipato a sorpresa anche l’artista che ha ringraziato Arezzo per essere stata “una città sensibile e attenta a cogliere il messaggio. Da questa esperienza porto con me la grande eredità dei vostri artisti Vasari, Petrarca e Piero della Francesca”.
Una mostra che ha avuto 50mila visitatori paganti da giugno a oggi e che conferma, come ha sottolineato il sindaco Ghinelli, la vocazione della Fortezza a ospitare le mostre dalle grandi sculture in particolare di artisti viventi che possano dialogare e confrontarsi con la città e i suoi tesori. Rimane il catalogo fotografico con gli scatti di Sbardellati, curato da Roberto Barbetti, direttore della Fondazione Guido d’Arezzo, e da Francesco Buranelli, finanziato dall’Itis e della Biblioteca città di Arezzo, stampato da Grafiche Badiali. E da oggi fino al prossimo 28 febbraio, la Fortezza Medicea rimarrà chiusa per lo smontaggio della mostra. I cavalli se ne vanno, simboli di migrazione eterna.