Mine inesistenti e foto taroccate: dalla Russia escalation di fake news anti Italia

Mosca si sente tradita da chi considerava un alleato. Il partito comunista, il gas, gli affari: il lungo filo rosso

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, 70 anni

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, 70 anni

Roma, 29 gennaio 2023 - Da due Paesi con affinità culturali che vanno indietro di secoli e grazie alle quali si è dato vita per anni a rapporti floridi sotto più punti di vista a nazioni su due lati diversi della barricata. Dove Mosca si sente ‘tradita’, forse perché convinta, a torto, di dover ottenere dall’Italia una fedeltà assoluta. E ha pensato di reagire con una escalation verbale, accompagnata anche dalla diffusione di tweet incendiari misti a fake news da parte dell’ambasciata di Russia a Roma.

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Amicizie di colore diverso

Ci sono più motivi per i quali la Russia ci considerava un Paese amico, ai limiti del malleabile. Il primo è rappresentato dal fatto che abbiamo avuto il Partito comunista più potente d’Europa. Erano altri anni, l’Unione Sovietica bussava alle porte di chi condivideva la sua impostazione ideologica. Dopo il 1991, con qualche anno di sosta, Mosca, che nel frattempo, con l’avvento di Putin, aveva assunto nuovi assetti, è tornata a bussare alla porta degli stessi interlocutori, che dal PCI erano transitati in altre formazioni politiche. A questo gruppo di ‘nostalgici’ in campo politico, corrispondono cordate di giornalisti e intellettuali che, anche grazie all’aspetto culturale, hanno sempre guardato alla Russia con simpatia, anche senza averla mai compresa e conosciuta del tutto. Vanno però tenuti in considerazione almeno altri due aspetti. Il primo, è che l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il leader della Lega, Matteo Salvini, non hanno mai nascosto la loro amicizia personale, nel primo caso, e stima, nel secondo caso, nei confronti del presidente Putin. Un atteggiamento che ha inevitabilmente influenzato una parte di opinione pubblica nel corso degli anni e fatto percepire la Russia come un Paese amico. Una volta che viene instaurata un’idea positiva nell’immaginario comune, è difficile far capire razionalmente quanto quella nazione in realtà rappresenti un pericolo per la comunità internazionale.

Gas e affari

Ci sono altri due fattori di cui tenere conto. Il primo è l’esposizione per miliardi di euro che molti oligarchi russi e persone vicine al cerchio magico di Putin hanno nel nostro Paese e che si esprimono soprattutto in proprietà terriere e immobiliari nei luoghi più belli d’Italia. Non solo. Nel periodo fra il 2012 e il 2021, gli investimenti russi in Italia hanno finalizzato un valore complessivo di 5,7 miliardi di euro, concentrati non solo nel turismo e nella ristorazione, ma anche nei trasporti, nel manifatturiero e nell’alimentare. C’è poi, o meglio c’era, la grande arma del gas, utilizzata per lungo tempo anche come strumento di pressione diplomatica e che adesso ha perso quasi tutto il suo peso, se si considera che in 12 mesi l’import di gas da Mosca è diminuito del 61,3%, totalizzando il minimo storico dal 1990.

La rottura

Con l’inizio della guerra in Ucraina, la Russia sperava in una Italia più neutra, non certo in prima linea al fianco di Kiev come avvenuto con l’esecutivo a guida Draghi prima e a guida Meloni poi. Mosca ha reagito a quello che considera un vero e proprio tradimento in due modi. Il primo è tramite le dichiarazioni ufficiali, prima fra tutte quella del ministro degli Esteri, Sergeij Lavrov, che qualche giorno fa ha espresso tutta la tua sorpresa "nel vedere l’Italia in prima linea contro la Russia" nella guerra in Ucraina. C’è poi l’iper attivismo dell’ambasciata russa a Roma, soprattutto sui social. Qui, l’account ufficiale della sede diplomatica è stato autore di post, in particolare su Twitter, volti a polarizzare l’opinione pubblica italiana, già oggetto della infowar russa sui media nazionali, diffondendo anche diverse fake news. Una delle più note è quella dell’abbattimento di un veicolo Lince, che secondo la versione di Mosca era stato fornito dall’Italia. Si trattava di un mezzo di trasporto diverso, acquistato a titolo personale dall’ex premier Poroshenko anni prima. Quando fra Roma e Mosca andava ancora tutto bene.

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