Usa, marcia contro le armi dopo la strage di Uvalde

Appuntamento l'11 giugno a Washington. Ad organizzarla i ragazzi sopravvissuti ad un'altra strage, quella di Parkland

Si marcia di nuovo su Washington. Succederà l'11 giugno prossimo, come nel 2018, dopo la strage nel liceo di Parkland in Florida. I sopravvissuti di quell'assalto armato che uccise 14 tra compagni e personale scolastico, hanno nuovamente richiamato il Paese a mobilitarsi per chiedere ai legislatori di agire sul controllo delle armi e porre fine alla violenza  In quell'anno oltre mezzo milione di persone arrivarono nella capitale e oltre 230 marce vennero organizzate nel Paese, con il titolo di March for our lives - Marcia per le nostre vite. Dopo la strage di Uvalde si è deciso di scendere ancora in piazza per "inviare un messaggio ai nostri leader politici: abbiamo finito di aspettare". Così scrive David Hogg, uno dei sopravvissuti di Parkland e ora tra gli organizzatori della manifestazione.  "I nostri leader politici hanno mostrato un insensibile disprezzo per le nostre vite, rifiutandosi di agire per porre fine alla violenza armata. Il risultato sono state tragedie evitabili e perdite di vite innocenti. Meritiamo gioia e vita e meritiamo di vivere le nostre vite libere dalla violenza armata", insiste Hogg nel comunicato di invito alle marce che si terranno nel Paese. Una grossa reazione emotiva l'aveva avuta anche  Steve Kerr, l'allenatore dei Golden State Warriors che nelle ore immediatamente successive alla strage si era scagliato contro i membri del Senato Usa e le lobby delle armi. Reazioni indignate erano arrivate anche da LeBron JamesPatrick Mahomes