RITA BARTOLOMEI
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Oceani bollenti: triglie e acciughe nel mare del Nord. Mediterraneo, specie aliene

Il biologo marino dell'Ogs: i fenomeni sono speculari. Cosa si prevede e come dovrà cambiare la pesca

Roma, 11 gennaio 2023 - Specie aliene e tropicali nel Mediterraneo. Mentre nell’Artico ad esempio i merluzzi migrano ancora più a nord. Cambiamento climatico e riscaldamento degli oceani stanno provocando dinamiche speculari, nuove direttrici anche per la fauna ittica e i pesci di tutto il mondo. Cerchiamo di capire quello che sta succedendo da Diego Borme, biologo marino dell’Ogs di Trieste.

Spedizione nell'Artico (progetto Cassandra finanziato dal Pra)
Spedizione nell'Artico (progetto Cassandra finanziato dal Pra)

"Cambiamento climatico, la migrazione mondiale dei pesci"

Borme spiega che gli effetti del cambiamento climatico sulla fauna ittica sono collegati in tutto il globo. Il biologo ha partecipato a una spedizione del progetto Cassandra, finanziato dal programma di ricerche in Artico. Spiega lo studioso: "Soprattutto i merluzzi, in certi periodi dell’anno, tendono ad aggregarsi, a formare dei branchi molto grandi. Il fenomeno durava per brevi periodi, perché poi questi pesci tornavano a disperdersi nell'Oceano.  Quindi gli abitanti dovevano imparare a conservarli. Il primo principio è quello della disidratazione, nel Mediterraneo dove fa caldo avviene attraverso il sole. Mentre i popoli del Nord hanno sempre sfruttato l'affumicatura. È più a nord ancora il vento freddo".

Mediterraneo e Artico: fenomeni collegati

Naturalmente i fenimeni indotti dal cambiamento climatico sono speculari, da una parte all'altra del globo. "I pesci tropicali si stanno espandendo, quindi vengono nel Mediterraneo - è la didascalia di Borme -. Le loro acque si scaldano fin troppo e quindi loro si spostano leggermente più a nord e finiscono in quelle che erano le acque temperate. Viceversa, quelli che prima stavano a nord, vanno in un nord più estremo. Quindi tutti quanti si spostano".

Ecco quali saranno le conseguenze

Ma allora, in prospettiva, questi pesci sono destinati a morire? "Più che morire - corregge il biologo marino - le loro popolazioni si ridurranno, è un discorso speculare a quello che accade nel Mediterraneo. Oggi nel Mediterraneo troviamo merluzzi che popolano anche l’Atlantico del Nord, per interndersi la Scozia e la Bretagna. Abbiamo quella che noi chiamiamo lo spratto, in Adriatico la chiamano la papalina, una piccola sardina tipica del periodo invernale qui da noi prospera nell’alto Adriatico ed è la stessa che poi si pesca nel Baltico, nella prima parte della Scandinavia, in Danimarca. Ma siccome l’acqua si scalda, queste specie sono sempre più costrette nelle fasce a nord dove si formano le acque fredde. Quindi le popolazioni si contraggono perché non trovano più le condizioni per il mantenimento della specie".

Dal mare di Barents escono ogni giorno 35 milioni di porzioni di merluzzo

Ma quali saranno gli effetti sulla pesca? Per citare un dato: dal mare di Barents escono ogni giorno 35 milioni di porzioni di merluzzo... "Se non ci sarà il merluzzo ci sarà un’altra specie. Di solito si verifica una sostituzione. Quello che non sappiamo è come reagiranno queste specie, quelle che andranno ancora più a nord è possibile diventino meno raggiungibili per la pesca. Oppure potrebbe succedere che nella nuova destinzione non trovino condizioni favorevoli. Insomma non è detto trovino cibo in abbondanza".

Cosa succede al plancton

Ma il plancton  segue i pesci nella loro migrazione? "Il plancton ha dinamiche sue. Potrebbe esserci un mancato sincronismo delle risorse, quando il pesce avrebbe bisogno di nitrirsi e non trova cibo c’è il rischio che muoia di fame".

"Triglie e acciughe nell'Atlantico del nord"

Insomma, la pesca dovrà adattarsi. Il messaggio è già chiarisismo oggi, quando "in quella porzione del mare del Nord tra Inghilterra e Scandinavia, lungo le coste danesi, mancando specie fredde stanno guadagnando la presenza di altre che erano prima più a sud. Acciughe, triglie, passere atlantiche. Quindi la pesca dovrà adattarsi a sfruttare risorse che cambiano".