Chiude Burger King, «Valiamo meno di un panino». La rabbia dei 13 licenziati. Padri e madri in difficoltà

Ieri sciopero e presidio dopo un anno di sacrifici

I dipendenti licenziati

I dipendenti licenziati

Viareggio, 27 settembre 2015 - «LICENZIATI da un giorno all’altro. Valiamo meno di un whopper», ovvero il panino di punta di Burger King. Così si sentono i 13 lavoratori del fast food licenziati dalla società, la Sky Food Viareggio, che ha rilevato il marchio in franchising portandolo (era il 25 giugno 2011) in Passeggiata. E forse non hanno nemmeno tutti i torti. Dopo un anno di trattativa sindacale all’improvviso, mercoledì, l’azienda gli ha comunicato la chiusura per cessazione dell’attività il prossimo 14 ottebre. Tutti a casa. E ad eccezione dell’ex assessore al sociale Isaeliana Lazzerini, ieri, al presidio convocato dalla Filcams Cgil nessun consigliere comunale, nessun amministratore ha pensato di portare una parola di solidarietà a questi giovani lavoratori. Giovani di questa comunità. Che a dispetto delle facce fresche, sono anche padri e madri di famiglia. Il delegato sindacale Gaetano Sistino a dicembre si laurerà in giurisprudenza, si è mantenuto agli studi lavorando dietro il bancone del fast food. E c’era quando l’attività ha inaugurato. «All’epoca – racconta – eravamo in 30». Una prima scrematura ci fu subito a settembre del 2011, «rimanemmo in 20».

Tra contratti di apprendistato e assunzioni con la 407 a tempo indeterminato. Un anno fa si è aperta la crisi aziendale, tanto che iniziarono a rimbalzare le primi voci di chiusura. Prontamente smentite dalla Sky Food Viareggio, società con sede legale a Prato che attraverso Sky Food Spezia e Sky Food Prato gestisce altri due punti vendita Burger King. «A dicembre scorso ci siamo ritrovati senza stipendio e senza tredicesima, un vero e proprio Natale senza panettone» prova a stemperare un po’ Gaetano. Da allora è cominciata una vera e propria contrattazione sindacale, seguita dalla funzionaria della Filcams Daniela Ricchetti. «Per evitare ulteriori tagli al personale, e salvaguardare l’occupazione – spiega Ricchetti – i ragazzi hanno optato per un regime di solidarietà. Hanno posticipito l’accredito dello stipendio.

Quest’estate hanno coperto tutti i turni senza chiedere rinforzi» . Dunque non un muro contro muro, ma una disponibilità totale per andare incontro alle difficoltà dell’azienda. Che fino a luglio ha continuato ad assicurare ai lavoratori e al sindacato che il locale non avrebbe chiuso. Fino all’irremovibile decisione di mercoledì. Una resa giustificata dall’impossibilità di far fronte ai costi di gestione, in prima battuta al canone di affitto mensile: 14mila euro. Anche se pare che nel corso del tempo questa cifra sia stata ricontrattata. «Qui il punto è uno: il sub affitto delle concessioni a canoni insostenibili sta uccidendo la Passeggiata» va dritto al cuore del problema il segretario della Camera del Lavoro Massimiliano Bindocci. Ne hanno già fatto le spese la geletarie Orsi, e il ristorante Zì Rosa. «E’ su questo punto – prosegue – che l’amministrazione deve assolutamente lavorare». Il concessionario del fondo dell’ex Turitalia, dove ha trovato casa per 4 anni Burger King, paga al Comune circa 40mila euro l’anno di canone di concessione. «Per questo chiediamo l’apertura di un tavolo permanente di crisi col Comune – ribadisce Ricchetti –. Prima che sia troppo tardi».

Martina Del Chicca