"Bussoladomani, c’è stata corruzione"

Due anni di reclusione per Castellacci e i vertici locali dell’Impresa stabile di Milano

Il pm Origlio

Il pm Origlio

Camaiore, 12 marzo 2015 - C’è chi l’ha etichettato come un secondo "processo Mallegni": una imponente impalcatura accusatoria ma con una sentenza ricca di tante assoluzioni perché il fatto non sussiste. A distanza di tre anni, nelle aule del Tribunale di Lucca - presidente del collegio Stefano Billet, giudice a latere Lucrezia Fantechi e Alessandro Dal Torrione - è arrivata il giorno del verdetto per l’inchiesta "Affari sporchi" al Comune di Camaiore.

Ci sono alcune condanne, ma anche tante assoluzioni. L’accusa è riuscita a convincere i giudici che per il project financing nell’area dell’ex tendone di Bussolamani - che in realtà non è mai partito - c’è stato un episodio di corruzione. E per questo reato. il dirigente del comune di Camaiore, Claudio Castellacci - domiciliato a Cerreto Guidi - è stato condannato a due anni di reclusione, con la sospensione della pena. Stessa condanna per i due dirigenti del Consorzio Stabile di Milano che avevano presentato il project (l’utilizzo dell’area con strutture ricettive in cambio della realizzazione di parcheggi sotterranei nella zona a mare di Lido di Camaiore), Eugenio Pozzi e Lorenzo Scarpellini. Nello stesso filone dell’inchiesta è rimasto coinvolto anche l’imprenditore versiliese Stefano Varia: per lui otto mesi e 500 euro di multa con l’accusa di turbativa d’asta. Anche per lui, pena sospesa. Gli imputati hanno annunciato ricorso in Appello dove pensano di poter dimostrare "l’insussistenza delle accuse".

SI è invece dissolto in un pugno di mosche l’inchiesta sul project financing del Pontile, dalla quale avevano preso origine tutti i faldoni della Procura: per tutti i capi di accusa - dalla corruzione alla falsità ideologica, dalla truffa aggravata all’abuso edilizio - non c’è stata alcuna condanna per Stefano Varia. Per la corruzione, c’è stato il proscioglimenti, per gli altri reati contestati per non avere commesso il fatto o perché il fatto non sussiste. Assoluzione piena anche per gli altri imprenditori della società Project Pontile, Giuseppe Bicicchi e Brunello Pardini, "per non avere commesso il fatto".

Se per l'affare di Bussoladomani l’ingegner Castellacci è stato condannato, per le altre ramificazioni dell’inchiesta ha avuto modo di poter sorridere: "non doversi procedere" per la presunta corruzione per il Pontile, "in quanto il reato estinto per prescrizione"; stesso discorso per il project del Polo Scolastico, con assoluzione per il dirigente della Unieco di Reggio Emilia, Luigi Guidetti; assoluzione anche per gli imprenditori di Pistoia, Riccardo e Mario Chiti accusati di avere effettuato lavori di giardinaggio nella villa di Castellacci in cambio di avere ottenuto appalti per il verde pubblico a chiamata diretta: assoluzione anche per il figlio di Castellacci Francesco implicato con il padre nel caso del pontile. Infine, ultima assoluzione dall’accusa di peculato per Castellacci e la dipendente comunale Barbara Rovai.