SILVIA ANGELICI
Cronaca

Gettoni d’oro taroccati, giallo Rai. La concorrente: mancano 20mila euro

Il fornitore è Banca Etruria, che si difende: noi semplici intermediari

 Maria Cristina Sparanide insieme  a Fabrizio Frizzi durante il programma in tv

Maria Cristina Sparanide insieme a Fabrizio Frizzi durante il programma in tv

Perugia, 25 aprile 2016 - Era sicura di avere vinto quei centomila euro in gettoni d’oro. Però, a conti fatti, ne ha intascati poco più di sessasantamila. Di fatto una beffa, che la perugina Maria Cristina Sparanide, impiegata di 45 anni, fatica ancora ad accettare. Sono passati quasi tre anni dal suo trionfo nella trasmissione «Red or Black» di Rai Uno, condotta da Fabrizio Frizzi, ma troppe domande rimangono ancora sospese nel vuoto. Che fine hanno fatto i denari mancanti? In quale passaggio si è persa quella manciata di gettoni d’oro? Qualcuno ha magari fatto la ‘cresta’ sul bottino della signora Sparanide e, con tutta probabilità, su quello di altri vincitori Rai? È la stessa concorrente (che ieri sera è stata protagonista di una puntata di Report) a spiegare come, secondo lei, sono andate le cose. C’è di mezzo il fisco, e questo si poteva immaginare, ma ci sono anche troppi passaggi non chiari.

Signora Sparanide, cosa può essere accaduto?

«Tutto comincia quando mi arriva una lettera dalla Zecca, incaricata dalla Rai di coniare quattro gettoni d’oro del valore unitario di 20mila euro per saldare la vincita. Che il premio si fosse ridotto da 100mila euro a 80mila quasi me lo aspettavo: ci sono le tasse di mezzo. Meno scontato il fatto che su quella somma ho dovuto pagare pure l’Iva, sebbene mi risulta che l’imposta non sia dovuta sull’oro per investimento, cioè quello definito da una direttiva comunitaria come lingotto o placca».

E poco dopo arriva la seconda, amara sorpresa...

«Al momento del cambio – racconta la donna – la somma si riduce di altri ventimila euro. E che succede questa volta? A incidere sul cambio dei gettoni, e dunque a limare un’altra sostanziosa fetta della vincita, dovrebbe esserci di mezzo la qualità dell’oro»

E lei cosa ha fatto?

«Questo è metallo spurio, mi sono sentita rispondere quando i conti non mi tornavano per la seconda volta. Ad emettere il verdetto è stata la ‘Italpreziosi’ di Arezzo, alla quale mi sono rivolta per farmi fare una valutazione competente».

Quali spiegazioni le hanno dato?

«Gli esperti – racconta ancora Maria Cristina Sparanide – mi hanno detto che i gettoni che escono dalla Zecca sono marcati come oro fino: 999,9. Quello che hanno dato a me, dunque, non è metallo purissimo. Si tratta di oro 995. Significa che per ogni chilo ci sono cinque grammi di altro materiale non prezioso, che ha fatto abbassare il valore vinto di altri ventimila euro».

E allora: chi è stato a rifornire la Zecca di quei lingotti d’euro semi-taroccati? Viene fuori il nome di Banca Etruria. L’Istituto è il fornitore storico della Zecca, che ogni anno acquista milioni di lingotti per poi trasformarli in gettoni d’oro per la Rai. Dalla banca però spiegano che loro sono semplici intermediari. «Noi non produciamo oro. Acquistiamo i lingotti – chiariscono – da aziende raffinatrici. Il tutto avviene con tanto di certificazione e di controlli».

Intanto la Zecca e la concorrente perugina hanno presentato un esposto alla Procura. A chiarire il mistero saranno i magistrati e la Guardia di finanza che ha sequestrato uno dei gettoni d’oro, per capire se si tratta di un fatto isolato o di un sistema ormai consolidato, ai danni dei concorrenti e della stessa Rai.