Delitto di Vaiano, paese sotto shock: "Non possiamo crederci"

Jonny: "Sono sconvolto, i miei bimbi a scuola con Hubert e Giulia". Le testimonianze: "Tutti cercavamo di aiutarlo"

Jonny e Emanuele, due residenti di Vaiano

Jonny e Emanuele, due residenti di Vaiano

Castiglione del Lago, 31 gennaio 2016 - "Eea una brava persona. Lo è sempre stato. Amava i suoi figli... Qui tutti cercavamo di aiutarlo. Quando potevamo lo chiamavamo per dargli da fare piccoli lavoretti, ma facevamo anche collette per dargli una mano con le bollette e comprare da mangiare. Era in difficoltà da tempo, tutti lo sapevamo. Era molto depresso, sapevamo che era seguito dai servizi sociali e dal Cim, ma non avremmo mai immaginato che...".

La gente di Vaiano, un pugno di case sulla collina che guarda il lago, è sconvolta. Tutti ripetono le stesse cose con profondo rammarico. "Hubert, il figlio tredicenne era in gamba. Lo vedevo a messa la domenica con la sorellina Giulia, il padre e la madre – dice con le lacrime agli occhi Corrado Agnelli, uno dei duecento residenti di questo piccolo paesino a pochi chilometri da Castiglione del Lago –. Il parroco, don Enrico Rossi, li seguiva sempre: gli abiti dalla Caritas e aiuti per comperare il mangiare. I genitori di Maurilio, che era figlio unico, erano bravissime persone. Morti tutti e due qualche anno fa. Lui, Maurilio, aveva frequentato l’università, dando anche parecchi esami a medicina...".

"I miei figli – racconta Jonny, altro paesano – hanno la stessa età. Andavano alle elementari con la piccola Giulia a Colonnetta e con Hubert alla media Rasetti di Sanfatucchio. Il sabato non c’è scuola. Pensare – aggiunge con l’aria stralunata – che stamattina intorno alle 11 ero proprio qui, davanti casa di Maurilio con un altro operaio. Caricavamo un escavatore che era stato usato per la casa in costruzione lì (vicino all’abitazione della tragedia c’è un cantiere ndr). Ma era tutto tranquillo. Ce ne siamo andati, credo, qualche minuto prima della tragedia... I miei figli sono sconvolti, sconvolti... come noi tutti del resto. Mi chiedo come sarà tornare a scuola lunedì".

Su Facebook gli amici di Hubert, che come tutti i ragazzini della sua età avave un suo profilo con una bellissima foto sullo sfondo che lo ritrae fiero in sella ad un cavallo bianco, scrivono addolorati: "Non ci posso credere...", "Non è possibile... pensare che non ci sei più...".

"Era un ragazzino molto educato, intelligentissimo Hubert - sottolinea Emanuele, un giovane del posto che indossa gli occhiali da sole per non mostrare la commozione –. Lo vedevamo ogni tanto entrare al bar del paese che è proprio di fronte alla chiesa quando veniva a prendersi un estathé prima di andare al catechismo. Per lui e la sua famiglia – continua – proprio a Natale io e altri amici avevamo comprato delle salsicce e organizzato una grigliata davanti al bar per raccogliere un po’ di soldi da dare ai suoi genitori. Ci davamo da fare, tutti. Purtroppo non è bastato...".

"Pensare – dice un anziano vicino – che i genitori di Maurilio, bravissime persone, stavano molto bene. Quella dove è successa la tragedia era proprio la loro abitazione. Mi ricordo che i primi qui a Vaiano ad avere un televisore furono proprio loro. E ospitavano la gente che voleva vedere i primi programmi... Lui era un bravo ragazzo, aveva fatto l’informatore farrmaceutico. Poi però loro si erano ammalati e lui per assisterli aveva lasciato quel lavoro che lo portava a stare spesso in giro. Si era messo a fare l’impresario agricolo. Ma le cose non andavano. Piano piano ha perso il lavoro. Si è ammalato di depressione e... Forse qualcuno avrebbe dovuto pensare a mettere al sicuro i bambini. Ormai possiamo solo piangere...".

D.M.