Rifiuti, truffa da 25 milioni: arrestato il direttore tecnico della Gesenu / VIDEO

Indagate 14 persone, sequestrato l'impianto di Tsa. Le accuse: associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti, truffa, frode nel commercio e in pubbliche forniture

Inchiesta Gesenu, il corpo forestale sul posto (Crocchioni)

Inchiesta Gesenu, il corpo forestale sul posto (Crocchioni)

Perugia, 30 novembre 2016 - Truffa milionaria ai danni di 24 comuni e enti pubblici della regione Umbria, con centinaia di migliaia di cittadini che avrebbero pagato bollette per prestazioni e servizi falsamente forniti. E' quanto hanno scoperto, in un'operazione congiunta, corpo forestale e guardia di finanza che, su ordine del gip e coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Perugia hanno arrestato Giuseppe Sassaroli, direttore tecnico di Gesenu spa (la società che si occupa della gestione dei servizi di nettezza urbana), ora ai domiciliari.

L'operazione riguarda l'Ambito territoriale integrato 2 dell'Umbria alla Gest (raggruppamento di imprese tra Gesenu, Tsa, Sia e un'altra risultata però estranea agli addebiti) che avrebbe così conseguito profitti illeciti per oltre 25 milioni di euro. Indagati inoltre 14 tra rappresentanti legali e direttori tecnici delle altre società. I fatti contestati vanno dal 2013 al 2015. Dalle indagini è emerso che i rifiuti urbani non venivano trattati come era invece previsto dall'appalto (per il periodo 2009-2024 del valore complessivo di circa un miliardo di euro) e dalle norme ambientali negli impianti di Pietramelina e Borgoglione (entrambi ora sequestrati). Producendo così gas e percolato che hanno prodotto - secondo gli investigatori - "ingenti danni all'ambiente con potenziali ripercussioni sulla salute e sul portafoglio dei cittadini che pagavano le tasse di smaltimento".

'Spazzatura d'oro', Telecamere nascostre

Le 14 persone indagate sono accusate di associazione per delinquere, traffico illecito di rifiuti, truffa, frode nel commercio e in pubbliche forniture, inquinamento ambientale, gestione illecita dei rifiuti e violazioni delle prescrizioni ambientali.

Intanto, in un comunicato congiunto, gli otto sindaci dell'area del Trasimeno e il sindaco di Corciano, chiedono chiarezza su tutti gli aspetti, da quelli ambientali a quelli finanziari. «Il rapporto di eccessiva ingerenza in Tsa da parte di Gesenu - affermano gli otto sindaci - che è il principale socio di minoranza con il 40 per cento delle azioni, ci aveva convinto già nell'estate 2014 a modificare lo statuto e a non rinominare l'amministratore delegato di spettanza di Gesenu. Questi infatti cumulava fino al 2014 la doppia carica di amministratore delegato sia di Gesenu che di Tsa. Un palese conflitto di interesse - sottolineano i sindaci del Trasimeno e Corciano - che oggi sembra nascondere anche qualcosa di più grave e preoccupante, dove i Comuni ed in particolare quelli dell'area Tsa (gestore operativo della discarica) sembrerebbero, in base a quanto riportato dagli organi di stampa, vittime di opache regie a loro danno».

«A più riprese - continua il comunicato - i sindaci dell'area servita da Tsa hanno manifestato la necessità di rivedere il contratto generale Gest che regola il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti nell'Ati2. Inoltre - concludono i sindaci - sul tema 'rifiutì la giunta dell'Unione dei Comuni del Trasimeno ha formalmente richiesto sia agli organi regionali che a Gest di scongiurare criticità che possano compromettere le attività di raccolta e smaltimento».