In fila per il prelievo del sangue al poliambulatorio di Pian d'Ovile

Cronaca di una mattina insieme ai pazienti

Poliambulatorio (Foto d'archivio)

Poliambulatorio (Foto d'archivio)

Siena, 25 marzo 2015 - «METTI IL SONNO, poi siamo digiuni. Soprattutto niente caffè. E adesso la fila che non scorre». Lamentele. Sottovoce e garbate. Ma nette in una sala d’attesa dove le persone puntano il video che chiama i ‘clienti’ della sanità con un’intensità che assomiglia a quella delle sale corse di cavalli quando c’è una tris. Routine al poliambulatorio in Pian d’Ovile per l’accettazione prelievi del sangue. Alle 7.50 c’è già tanta gente con ricette in mano e bigliettino con il numero, in attesa del turno. Ne prendo due dal totem, così consigliano gli addetti all’ingresso che (fortunatamente) indirizzano i cittadini nella selva dei bottoni. Il primo serve in caso di pagamento ticket e segnala ‘utenti in coda: 5’, l’altro è per l’accettazione prelievi ordinari. In questo caso sono 7 le persone prima di me. Pazienza. Si sapeva che non sarebbe stata una toccata e fuga al poliambulatorio.

«Poteva prenotare via cup per perdere meno tempo», suggerisce una donna. Sarà per la prossima volta. La sala intanto si riempie. Tutti al totem per il bigliettino e poi in attesa della chiamata. Arrivano alcune future mamme con il pancione, dopo poco tocca a loro. La fila comincia a scorrere ma la sigla «AL», seguita dal numero, che riguarda come detto l’accettazione prelievi, sembra incagliata. Passa mezz’ora. Nessuna novità. Si viene assaliti dal dubbio che sia stato preso il tagliando sbagliato. Chiedo informazioni insieme ad una signora in compagnia della figlia. «Sono già le 8,40, siamo sicuri che almeno attendiamo e riusciamo a fare l’esame», la richiesta. Basta andare al punto prelievi, dalle infermiere, per essere rassicurati. Finalmente: il video comincia a chiamare gli utenti «Al». Intanto sfilano persone con le stampelle e ragazzi giovani che riescono a vedere soddisfatta la loro richiesta aspettando pochi minuti suscitando l’invidia di chi invece non intravede spiragli. Quando l’attesa sfiora i 60 minuti ecco che allo sportello «6» compare la sigla «Pa» relativa al biglietto per pagare il ticket, preso inizialmente. Spiegano però che la fila giusta è l’altra, quella appunto ‘Al’. E sia. Ne mancano ancora due e ci siamo. Qualche minuto prima delle 9 scocca la mia ora: pago gli esami, prendo le etichette e vado nella saletta antistante il punto prelievi. Qui un altro video scandisce l’ordine di ingresso. Il box 1 è il mio: il personale sminestra le provette, aggiunge qualche parola gentile. Dopo oltre un’ora di attesa sa di consolazione, soprattutto per gli anziani disorientati in mezzo alla burocrazia tecnologica. Così la definisce un signore.