Precari della scuola: "Per anni lontano dalla mia bimba. Ora tutto si rimette in gioco"

Valentina Mazzetti insegna da tanto tempo ma non passerà di ruolo

Valentina Mazzetti con la figlia Viola di 6 anni

Valentina Mazzetti con la figlia Viola di 6 anni

Siena, 23 agosto 2015 - «PEGGIO di così... mai visto tanto buio davanti a me. Mancano le prospettive, questa volta, anche se la speranza è l’ultima a morire». Sembra Rose nel «Titanic»: il rischio di veder affondare i suoi sogni è ad un soffio ma lei continua a lottare e guardare avanti. Combatte. Un’eroina della scuola. Calza a pennello a Valentina Mazzetti, questa descrizione. E a tutta quella schiera di insegnanti che continua a studiare e prendere specializzazioni senza tirare i remi in barca. Nonostante che ad ora sia saldamente fuori dal mega-piano delle assunzioni nella scuola. Trentadue anni, di Sarteano ma docente a San Gimignano, Valentina ha conseguito l’abilitazione, «requisito fondamentale per insegnare. Ma sono fuori gioco per il ruolo non essendo stata inserita nelle Gae, le graduatorie ad esaurimento da cui si attinge», racconta godendosi la figlia di soli 6 anni, Viola.

E’ insomma uno dei tanti precari rimasti fuori dal listone?

«Eppure ho concluso nell’estate 2014 il percorso abilitante speciale spendendo tempo, denaro e togliendo spazio agli affetti».

Da quanto tempo insegna?

«Ormai dieci anni perché sono docente tecnico-pratica, ossia di laboratorio. Spiego ad esempio ai ragazzi dell’Istituto alberghiero di San Gimignano l’accoglienza turistica, in tutte le sue sfaccettature».

Unica sede oppure il curriculum annovera altre scuole?

«Certo che sì. Ho iniziato a Colle Val d’Elsa, ma ho conosciuto anche la realtà di Chianciano e del Caselli di Montepulciano, insegnando per qualche tempo anche a Siena».

Una bella distanza fra Sarteano e la città delle torri.

«Infatti non posso fare la pendolare, diventerebbe non solo pesante fisicamente perché ci sono le riunioni pomeridiane, ma anche oneroso. Ho una casa a cui appoggiarmi a Colle, resto fuori l’intera settimana».

Mancherà alla sua bambina.

«Molto, lo so. Infatti d’estate non mi molla un attimo quando sono a Sarteano. Resta con i miei genitori e con il babbo, naturalmente. Appena posso, poi, torno a casa. Altrimenti la chiamo più volte al giorno e lei mi chiede sempre ‘quando torni?’. Un sacrificio enorme tuttavia credo nel valore della continuità. Come fanno gli studenti ad apprendere correttamente se cambiano ogni volta docente?»

Nonostante tutto la prospettiva di entrare in ruolo per lei è svanita.

«Ad ora regna l’incertezza. Ma, ripeto, non demordo».

Tradotto in pratica?

«Ho presentato ricorso per entrare nelle graduatorie ad esaurimento e sto studiando ancora per conseguire una specializzazione nel sostegno. Ovviamente tirando fuori altri soldi. Insomma, tutto pur di continuare a svolgere questa attività. Non sono una che si mette a sedere».

Ci vuole saldezza di nervi per continuare a perfezionarsi nonostante il panorama a tinte fosche che si prospetta.

«Ancora sacrifici. Pensare che io non avrei problemi a prendere il ruolo né a Chianciano, né a San Gimignano. Disposta a spostarmi, a fare di tutto, portandomi dietro anche la bambina».

Ma ad oggi la cosa più probabile è che dovrà attendere ancora qualche giorno per sapere se potrà aspirare alla supplenza.

«Lo spero ma niente è scontato. Non ho la certezza che invece di questi tempi possedevo in questo momento dell’anno».

Quale è l’alternativa?

«Ricorso a parte, quella di partecipare ad un concorso che non dà alcuna garanzia. Nuove prove, altre spese senza certezze. Tutto ancora una volta in gioco. Mi manca la stabilità, la possibilità di organizzare la vita avendo punti di riferimento».