Orti urbani 2.0, ecco come ottenerli. Un bando per selezionare i gestori

Appezzamenti di 30-40 metri, già individuate aree fuori e dentro le mura

Orti

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Siena, 14 febbraio 2016 - ORTI urbani, tradizione secolare a Siena. Che ora viene rispolverata e rilanciata con un tocco di modernità dalla Regione Toscana. A raccontare questa realtà era stato addirittura Ambrogio Lorenzetti negli ‘Effetti del Buon Governo’ ma le stesse valli verdi sono esempio di una città che considera alberi e natura elemento qualificante del paesaggio. «Una dimensione economica, oltre alla biodiversità, – sottolinea il vice sindaco Fulvio Mancuso che segue l’iniziativa – ma anche educativa, quella degli orti. Penso ai ragazzi che scoprono come si arriva a produrre il cibo». Poi il contenuto sociale: «Fino a qualche tempo fa erano visti come un modo degli anziani per uscire dalla solitudine. L’idea attuale è invece di un progetto intergenerazionale creando spazi di aggregazione in cui persone di età diversa dialogano, parlano e si raccontano».

Ora che la Regione ha approvato le linee guida del progetto «Centomila orti in Toscana» stanziando quasi 3 milioni di qui al 2018 per l’attuazione, Comuni e associazioni di categoria si attrezzano. «Che succede adesso? Dobbiamo individuare, ma già abbiamo una buona idea, quali saranno le prime aree della città interessate dagli orti, fuori e dentro le mura. Ovviamente si tratta di terreni pubblici. Entro maggio, poi, la Regione dovrebbe emanare il bando per tutti i Comuni toscani che presentano progetti congruenti al fine di assegnare le risorse. E’ previsto un cofinanziamento delle amministrazioni pari al 20%», spiega Mancuso scandendo le tappe.

Passo successivo un ulteriore bando, a livello locale, per selezionare i gestori delle aree di orti urbani. «Un’associazione senza scopo di lucro», esemplifica il vice sindaco. Il meccanismo è a cascata: spetterà a queste ultime la selezione dei singoli cittadini che potranno ottenere gratuitamente appezzamenti che a Siena dovrebbero essere intorno ai 30-40 metri. «L’obiettivo – annuncia Mancuso – è di renderli attivi entro fine 2016 considerato che ci sarà da portare in alcuni punti luce e acqua, costruendo ricoveri per gli attrezzi». Sì, perché le linee guida della Regione, una sorta di ‘bibbia’ degli orti urbani, raccomandano l’agricoltura biologica, mettendo al bando fitofarmaci e pesticidi. Non mancheranno panchine e wi-fi. Tra i criteri c’è quello di dare priorità alle persone fino ai 40 anni e, tra i gestori degli spazi, alle associazioni composte in prevalenza da giovani.