Cavallo muore in pista, era stato sequestrato un anno fa

La Procura attiva gli uomini della Forestale

Il procuratore Salvatore Vitello (Foto Fabio Dipietro)

Il procuratore Salvatore Vitello (Foto Fabio Dipietro)

Siena, 5 maggio 2016 - Aperta un’inchiesta sulla morte di un cavallo che era ancora sotto sequestro per un’indagine partita nell’estate dell’anno scorso. Il tutto sarebbe accaduto qualche settimana fa nella nostra provincia, ma solo nelle ultime ore è arrivata la conferma che il procuratore capo Salvatore Vitello ha dato mandato agli uomini della Forestale di fare tutti gli accertamenti del caso per capire come mai quel cavallo che già faceva parte di un’altra inchiesta e lasciato in custodia al proprietario sia stato portato a correre. Non doveva essere lì e non doveva partecipare ad alcuna corsa perché appunto sul quadrupede era stato emesso un sequestro e quindi era una prova delle ulteriori indagini legate all’inchiesta dell’anno scorso.

Al momento sono davvero poche le notizie che trapelano dalla Procura. Per capire qualcosa di più su questa storia bisogna tornare a luglio dello scorso anno quando un’indagine, coordinata dai magistrati senesi e condotta dalla Forestale, aveva portato a iscrivere nel registro degli indagati alcune persone, tra cui un fantino di Piazza. L’accusa era di falso e maltrattamenti di animali, per aver – secondo gli investigatori – rimosso il microchip identificativo di tre cavalli da corsa al fine di spacciarli come anglo-arabi mezzo sangue e poterli così iscrivere all’Albo del Comune. I tre cavalli erano stati sequestrati, ma lasciati ‘in consegna’ presso la scuderia di uno degli indagati.

Sarebbe proprio uno di quei tre a morire. L’animale era stato poi smaltito in maniera regolare attraverso il servizio veterinario della Asl. Per capirne di più, dunque, la magistratura senese ha deciso di aprire un’altra inchiesta. Sono già state ascoltate diverse persone (compreso chi lo aveva in custodia), anche per capire come quell’animale abbia potuto correre senza essere ‘riconosciuto’, visto che ogni cavallo deve sempre essere accompagnato dal proprio libretto identificativo, una sorta di carta d’identità che non mente.