Ecco cosa serve per una smart city. "Classe dirigente umile e attenta"

Milly Tucci è tra le massime esperte italiane di innovazione

Milly Tucci

Milly Tucci

Siena, 23 ottobre 2016 - Il futuro delle città, anche quelle d’arte, è legato all’innovazione. Ma deve essere un cambiamento pensato in base alle esigenze delle persone e dell’ambiente, per permettere un vero passo in avanti che stia al passo con i tempi rispettando patrimonio e cittadini.

Questo il pensiero di Milly Tucci, broker dell’innovazione e tra le massime esperte in Italia di smart city, che ieri al Santa Chiara Lab, nel corso di «TedxSiena», ha esposto il suo punto di vista sul futuro e lo sviluppo delle città moderne.

"Faccio parte dello Smart City Tour di Amerigo – dice Milly Tucci – una tavola rotonda che si riunisce periodicamente in giro per l’Italia confrontandosi sull’evoluzione delle nostre città. Mi occupo anche di innovazione in questo senso e ho deciso di dedicarmi negli ultimi anni all’innovazione tecnologica e sociale, specie nel Sud Italia».

Da esperta del settore quindi l’intervento di ieri al Santa Chiara Lab, di fronte ad una platea interessata e ad illustri colleghi che dell’innovazione, in vari settori, hanno fatto un lavoro.

«Il mio intervento – ha spiegato – in questa bellissima occasione e location è quasi ‘spirituale’, è servito a spiegare che credo fortemente come lo sviluppo delle città e il riposizionamento dell’Italia nel contesto globale si possa fare soltanto attraverso una nuova etica, che tenga conto delle esigenze ambientali, delle emergenze sociali e anche di quelle etiche».

Un obbiettivo da raggiungere in piccoli, ma decisi passaggi.

«Servirà – ammonisce – una futura classe dirigente umile, attenta, pronta ad ascoltare. Che deve insomma essere al centro della costruzione delle politiche nelle città: solo così si possono creare città più ‘connesse’, non solo tecnologicamente o con le infrastrutture ma anche col dialogo e la capacità di collaborazione e condivisione coi cittadini».

Se anche una realtà particolare come quella senese abbia un futuro da smart city, Tucci non ha dubbi: «Vale per tutte le città, nel modo più assoluto: viviamo una fase di crisi e allo stesso tempo di trasformazione. Ogni città, indipendentemente dal suo patrimonio artistico o architettonico vive situazioni di difficoltà per quanto riguarda tanti aspetti, come il lavoro. Si rendono quindi necessarie nuove posizioni e professioni legate alle tecnologie più moderne, cercando di avere un approccio moderno, pensando alle esigenze di tutti, a livello globale e tenendo conto dei più deboli, dei diversamente abili, degli anziani visto che la popolazione continua ad invecchiare. Il fatto che la città sia già bella di suo, come il caso di Siena, non significa non pensare a tutto ciò, anzi può e deve essere una spinta di innovazione e attenzione delle fasce più deboli e alle periferie».