Uccide la moglie. I vicini: «Le urla? Come pensare a un fatto simile?»

Sgomento in paese

I rilievi sul luogo della tragedia (Foto Lazzeroni)

I rilievi sul luogo della tragedia (Foto Lazzeroni)

Montepulciano, 15 luglio 2017 - Il condominio di via Duccio Galimberti, 8 è semideserto. Molte famiglie sono partite per le vacanze estive e chi è rimasto nel quartiere residenziale alle porte di Montepulciano non ha molta voglia di parlare. Edoardo Gonzi vive con la moglie sullo stesso pianerottolo dell’appartamento in cui l’altra notte Antoneta Balan è stata uccisa a coltellate dall’ex compagno Gaetano Saccone. I due coniugi aprono la porta malvolentieri: «Abbiamo già raccontato tutto i carabinieri – mettono le mani avanti –. Non abbiamo nulla da aggiungere. Certo, abbiamo sentito un urlo terribile, ma non potevamo pensare che in quella casa si stava consumando un omicidio».

Danilo Monachini abita nel condominio a fianco e ammette: «Conoscevo quella badante di vista, la vedevo di passaggio: so che assisteva due donne, una delle quali allettata. Ogni tanto si metteva in terrazza». E riguardo all’altra notte: «Ho sentito delle urla, poi sono subito arrivati carabinieri e 118. E’ la prima volta che qui succede una cosa del genere. Siamo tutti increduli».

Un’altra vicina di casa ammette: «Tre anni fa Antoneta ha lavorato anche per noi, quando abbiamo avuto bisogno in modo urgente di una badante. La chiamavamo ‘Anna’, era una persona gentile, una gran lavoratrice, non si fermava mai. Seguiva gli anziani con passione e affetto, cosa che non è scontata. Sapevamo dei problemi con il compagno e delle frequenti litigate... Non posso pensare a suo figlio, quel povero bambino: sta in una casa famiglia a Chiusi. Anna gli voleva molto bene, lavorava tanto per potergli garantire una vita dignitosa».

E poi c’era Gaetano, quell’uomo che era riuscito a farle dimenticare il primo marito, dal quale aveva avuto un figlio oggi ventenne. Con Saccone la storia era iniziata una decina di anni fa, ma i bei momenti erano durati poco.

Neppure la nascita del piccolo, che oggi ha 9 anni, aveva riportato la serenità in famiglia. I problemi di lavoro di Saccone e la mancanza di soldi avevano finito per logorare il rapporto. Le discussioni tra lui e Antoneta era frequenti e riguardavano sempre le questioni economiche. Antoneta cercava di mettere da parte il più possibile per mantenere il figlioletto, ma le necessità in famiglia erano tante. Di qui la dolorosa decisione: lasciare Saccone, chiedere aiuto ai Servizi sociali del Comune per garantire al piccolo una buona sistemazione e dedicarsi 24 ore su 24 al lavoro di badante.

In questo periodo Antoneta seguiva addirittura due anziane in contemporanea. La sorella era partita per tornare in Romania e le aveva chiesto di assistere anche la nonnina che le era stata affidata. Antoneta aveva accettato senza esitazione, con la generosità che la contraddistingueva. Felice di poter aiutare la sorella a tornare a casa. Insomma, una vita fatta di sacrifici, dedicata interamente ed esclusivamente al lavoro. Ma forse per Antoneta questo era anche l’unico modo di non pensare alle tensioni con Gaetano che era stato l’amore della sua vita. L’altra notte il terribile epilogo: la lite furibonda e i fendenti, che hanno messo fine alla vita di una giovane mamma, che chiedeva solo di potersi ricongiungere al figlioletto.