Palio, Bastiano ‘legge’ Provenzano: «Scompiglio non è appagato»

Prevede una Carriera dove si misurerà la forza delle dirigenze

 Silvano Vigni, detto Bastiano

Silvano Vigni, detto Bastiano

Siena, 24 maggio 2017 - I giovani fantini lo osservano ma, soprattutto, lo rispettano. «Se vuoi ti faccio il mental coach», dice Bastiano a Cristiano Di Stasio, che si affaccia ora alle corse in provincia.

Silvano Vigni si sta inventando un nuovo mestiere?

«Non è questo, sono l’unico che ha la capacità di poterlo fare. Ci vuole uno che abbia svolto questo lavoro e sia preparato. Sappia insomma quali corde toccare. Ho fatto il fantino...»

E’ appena passato quello che chiami il tuo ‘figliolo’, Scompiglio. Anche a lui hai fatto il mental coach ed è diventato così bravo?

«Jonathan era già bravo quando l’ho conosciuto. Poi con il tempo ha capito da solo come funziona il giochino e l’ha imparato molto bene. Molto... Ora siamo al top. Deve soltanto fare mantenimento».

Dunque, indipendentemente da chi esce domenica occhio a Bartoletti.

«Ma è chiaro. Di chi devi avere paura? Di chi ha fatto cappotto».

Brio e Tittia rincorrono?

«Credo che Scompiglio, a differenza di ciò che qualcuno pensa, non sia appagato. L’appetito viene mangiando. E’ realmente da spolvero».

Quindi consigli di montarlo?

«Io lo faccio sempre, chi devo consigliare...»

Cosa diresti allora ai suoi concorrenti.

«Non hanno bisogno di consigli, sono fantini che già hanno vinto 5 Palii. Sono tutti e due molto bravi. Però mentre prima Bartoletti spesso veniva relegato in un angolo a montare cavalli inferiori, ora sceglie se non primo ma quando loro. Avranno un bel da fare. Ora veramente ci sono questi tre ragazzi che vanno forte. Penso che sia il bene delle Contrade non avere solo una fonte a cui abbeverarsi ma diverse».

Questi fantini, in fondo, sono tutti amici come si dice?

«Sì, sì... Hanno un buon rapporto. Almeno di correttezza».

Quindi scordiamoci la rivalità, fatta anche di sceneggiate, che si è respirata in un passato neppure troppo remoto.

«Noi eravamo ... non mi fa dire niente. Ci davamo la zappa sui piedi, magari perdevi il Palio e vinceva un altro che non c’incastrava niente. Loro invece sono buoni professionisti che hanno, ripeto, rapporti fra loro. Per quanto possibile non si pestano i piedi su alcune Contrade. Sono bravi a piedi e a cavallo».

Le Consorelle, però, così sono avvantaggiate?

«Spesso ci sono dirigenti che delegano i fantini. E chiaramente questi ultimi fanno il loro. Regolare. Quando chi monta trova il capitano che è davvero tale allora stanno agli ordini. Altrimenti evadono un po’».

Ad ora c’è una rivalità e mezzo in Piazza. Chi dovrebbe uscire per rendere questo Palio ancora più effervescente?

«Il Nicchio, la Chiocciola, l’Istrice, l’Oca... facciamo un Palio sodo».

Dove c’è da guadagnare?

«Dove ci si diverte e si vedono certe manovre. Dove si comprende la forza delle dirigenze».

Nei Palii 2017 si misurerà quella dei capitani ma anche dei fantini, parlo sempre della forza.

«Penso di sì, c’è un bel gruppo di condottieri nuovi. Se le Contrade hanno avuto un cambiamento dovranno dimostrarlo nei fatti».