Scandalo rifiuti, è scontro nell'Ato: l'assemblea salta

Troppe liti tra i sindaci. La frattura dopo la richiesta del commissario

L'assemblea dei sindaci (foto Lazzeroni)

L'assemblea dei sindaci (foto Lazzeroni)

Siena, 6 dicembre 2016 - LITIGANO, alzano la voce e mettono anche in discussione il presidente. Alla fine c’è chi si alza e gira le spalle: così viene meno il numero legale e l’assemblea salta. Animi caldi, posizioni contrapposte all’assemblea di Ato Toscana Sud, con i 106 sindaci dei Comuni di Siena, Arezzo e Grosseto, chiamati a far svoltare l’ente dopo lo scandalo rifiuti e le dimissioni del dg Andrea Corti, arrestato nell’inchiesta Clean City.

L’assemblea si incaglia sulla proposta del presidente Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo, che annuncia l’apertura del procedimento anticorruzione Anac – con richiesta di commissariamento da parte di Raffaele Cantone – e si pronuncia per la «disconnessione fra passato e futuro». Spiega che ci sono due strade percorribili: o la società privata (Sei Toscana) nomina i suoi nuovi vertici – il cda si è dimesso venerdì scorso – o la palla passa al prefetto che indica tre commissari ad acta per gestire Sei Toscana. Il sindaco Ghinelli opta per fare ‘tabula rasa’: un soggetto terzo ad occuparsi del nuovo corso.

Si scatena il caos: sul parere da dare entro l’8 dicembre ad Anac, ma anche sull’ammissibilità della proposta di Ghinelli. Ad aprire le posizioni è il sindaco di Siena, Bruno Valentini che invita a riflettere su una società (Sei Toscana) espressione del territorio e datore di lavoro di 1.200 persone, che ha portato agevolazioni tariffarie, vantaggi ai territori, «come non farebbero amministratori straordinari esterni. Non ci sto – dice – a far nominare al prefetto chi posso nominare io».

«Vengo da Orbetello ma mi sembra di venire da Marte» irrompe il sindaco del comune grossetano, «visto che questi vantaggi io non li ho visti».

«Noi paghiamo anche i sacchetti – aggiunge un altro sindaco – e delle attenzioni di cui parla Valentini non ce ne siamo accorti».

L’ASSEMBLEA si trasforma in una guerra politica, fra chi è rappresentato e chi è escluso, fra destra e sinistra. Ad assemblea ormai deserta, alle 20, i sindaci di Siena, San Giovanni Valdarno, Roccastrada e Piombino, in rappresentanza di 4 aree, escono con una nota: «E’ venuto meno il numero legale a seguito della protesta contro un metodo che ha messo molti sindaci in imbarazzo, sia perché non è utile a nessuno incrinare la necessaria unità di intenti che deve caratterizzare organismi istituzionali con funzioni di controllo e di indirizzo su importanti servizi per i cittadini e sia perché la documentazione che Ghinelli ha ricevuto dall’Anac non è stata messa tempestivamente a disposizione degli altri membri dell’assemblea. Rifiutiamo ogni strumentalizzazione politica, puntando invece a garantire la coesione dei 106 Comuni per monitorare il servizio e puntare all’efficientamento del sistema ed alla riduzione delle tariffe. Dividere i sindaci serve solo magari a spingere la Regione a rilanciare l’ipotesi di un Ato unico regionale che invece vogliamo evitare. L’Anac ha chiesto al prefetto di Siena di valutare se gli organismi e le società coinvolte hanno regolarizzato la situazione, sostituendo gli indagati. I sindaci non resteranno a guardare e pretendono di ripartire in totale trasparenza, nella consapevolezza che il commissariamento di Sei Toscana non produrrebbe benefici per gli utenti».

Paola Tomassoni