Buoncristiani tira le orecchie alla città: "Siate meno litigiosi"

Le parole dell'arcivescovo di Siena nel giorno della festa di Sant'Ansano

L'arcivescovo Buoncristiani

L'arcivescovo Buoncristiani

Siena, 2 dicembre 2016 - Il passato, le tradizioni, le radici profonde che legano i senesi e le Contrade alla storia; il presente, complicato, da affrontare con coraggio e pazienza, pazienza intesa come «resistenza quotidiana e perseverante alle difficoltà della vita, in un’attesa fiduciosa in Dio»; l’auspicio in un futuro che può essere migliore. Una bacchettata alla politica e all’individualismo sfrenato: un messaggio forte, ma speranzoso, quello lanciato dall’arcivescovo Antonio Buoncristiani, nell’omelia del Duomo per il santo patrono, Sant’Ansano, nel giorno che dà il via al nuovo anno contradaiolo. Parla di «appartenenza» il monsignore.

«QUESTA celebrazione ha radici nel passato, vive nel presente ed è proiettata nel futuro, perché venga mantenuta l’identità cittadina. Ansano, ha pagato con la vita la sua testimonianza di vita, portatore del vessillo vittorioso della Balzana. Una festa secolare resa ancora più profonda dalla partecipazione delle Contrade». Sono loro la linfa vitale di Siena, la sua anima, che ne siano ancora la guida, in un mondo impazzito. «Una dura crisi sta cambiando la società – dice Buoncristiani -, anche la trasmissione di fede è sempre più difficile. La globalizzazione e il progresso disorientano i giovani. Dobbiamo fare i conti con un angosciante individualismo e un egoismo lacerante, quando invece dovremmo vivere nel rispetto reciproco, nella tutela delle differenze che uniscono nelle diversità».

A pagare le famiglie, i giovani, spesso senza lavoro, il loro «carico di sofferenza profonda che ha bisogno di luce». «Non esistono situazioni, anche le più incresciose, impermeabili alla fede – ammonisce poi l’arcivescovo -. Dopo anni di sofferenza economico-sociale, di contrasti politici portatori di apprensione, servirebbe ritrovare il dialogo, per il bene della città. Anche adesso, a poche ore dal referendum, troppe le energie sprecate per contraddittori dannosi. Mi appello alle Contrade, affinché favoriscano la collaborazione per un futuro meno incerto». «Le radici, i sentimenti sinceri, la tradizione stanno alla base della Contrada – afferma così l’onorando rettore Nicoletta Fabio -, stella polare a cui fare riferimento. Parte oggi un nuovo anno: che lo faccia senza rimpianti per ciò che è stato perduto, ma nella lucida consapevolezza che il passato è il punto di partenza per il futuro: agiamo con lungimiranza perché le nuove generazioni abbiano un nuovo orizzonte». Un’altra tradizione è stata mantenuta ieri, con il pranzo che si è tenuto nel Drago, con i priori delle Contrade, il sindaco Valentini e il nuovo presidente di Mps Alessandro Falciai. A rendere più piacevole il momento, già di serenità e di festa, la rassicurazione da parte di Falciai, di un impegno economico, da parte della Banca, per le contrade, anche nei prossimi anni.