Caccia ai furbetti del ticket: recuperati 86mila euro dai falsi esenti

Stanno arrivando centinaia di lettere nella nostra provincia

Una macchinetta automatica per il pagamento del ticket sanitari

Una macchinetta automatica per il pagamento del ticket sanitari

Siena, 24 agosto 2014 - «Io un evasore? Non scherziamo. Ho sempre pagato tutto fino all’ultimo centesimo. Ero convinta, nel 2008, di avere un reddito che mi rendeva esente dal pagamento del ticket. Per carità, verserò all’Asl quello che chiede. Come ho sempre fatto. Ma sarebbe stata necessaria maggiore chiarezza da parte dell’Azienda sanitaria locale». 

UNA VOCE — ma non è l’unica a Siena in questo scorcio di fine agosto — che si leva contro l’overdose di burocrazia che asfissia il cittadino, invocando la necessità di semplificazione dei messaggi. Soprattutto per gli anziani che sono costretti a rivolgersi all’amico, al parente, al figlio o al vicino di casa per districarsi nella giungla delle regole. Mille prescrizioni (cui ogni giorno se ne aggiungono altre) che fanno girare il sistema-sanità. «Quando ho ricevuto la lettera relativa ai controlli sulla veridicità dell’autocertificazione mi sono sentita un malfattore e invece sono una persona onesta», lamenta la pensionata che dovrà sborsare qualche decina di euro perché sulla prestazione di cui ha usufruito nel 2008 avrebbe dovuto pagare il ticket. Ma se è vero che tanti senesi non rientrano nella categoria dei «furbetti», c’è chi invece ha finora approfittato dei controlli forse poco stringenti per evitare di mettere mano al portafoglio. Basta pensare che la prima ondata di «avvisi bonari» (non si tratta di ordinanze ingiuntive di pagamento, quelle arriveranno se, dopo 60 giorni, l’utente non si è messo in regola) ha consentito all’Asl 7 di recuperare 86mila euro sui 110 mila calcolati come dovuti. Ben 1773 le lettere partite a maggio e indirizzate a presunti falsi esenti. «Nel mese di agosto — aggiunge l’Azienda sanitaria locale — è stato spedito il secondo ciclo di 1454 lettere per un importo esigibile di circa 300mila euro. E a settembre verrà completata la fase di ricognizione dei falsi esenti con la terza tranche delle relative missive di contestazione». I cittadini, dunque, sono avvertiti. Anche perché non finisce qui il giro di vite. Dopo questo tsunami, l’Asl 7 accenderà i riflettori anche sulle prestazioni erogate ma non pagate e, quindi, sulle visite che non sono state disdette entro le 48 ore precedenti la data fissata. Un malcostume, questo, che allunga le liste di attesa e finisce per impedire a chi ne ha bisogno di usufruire di un servizio nei giusti tempi.

E’ STATA la Regione a dare l’input di stanare chi ‘gioca’ con le esenzioni del ticket. Sulla base di tali indicazioni e degli accordi con la Guardia di Finanza, l’Azienda ha cominciato a scavare su chi doveva compartecipare alla spesa sanitaria «per garantire una giusta ripartizione tra le persone di tale onere. Per legge — ecco la spiegazione — l’Asl è tenuta a riscontrare la veridicità delle dichiarazioni sul reddito mettendole a confronto con i dati dell’Agenzia delle entrate. In caso di difformità scatta il recupero. Le lettere che sono già arrivate o che arriveranno a breve nelle case dei senesi sono frutto dei controlli del 2008-2011». 

A METTERE in ansia i cittadini — almeno quelli anziani che non hanno pagato perché magari non sapevano che andava tenuto conto del reddito complessivo — è stato soprattutto il tono perentorio della lettera. Che li ha spinti a rivolgersi anche al nostro giornale. «Risulta che lei è incorsa nella violazione dell’articolo 316 ter del condice penale, recita un passaggio. Ho dovuto leggerlo e rileggerla più volte, anche insieme a mio marito, per calmarmi. Poco sotto si aggiunge infatti che l’importo che dovevo sborsare era inferiore alla soglia di punibilità, indicata dalla legge in 3.999,96 euro. Roba — commenta la pensionata — da prendere un infarto».