«Rubati i ricordi di una vita, una ricompensa a chi li ritrova»

L'appello di Manola Giannini dopo il furto subito nella sua abitazione. "Preso anche l'anello di fidanzamento di mia madre"

Manola Giannini mostra la cassaforte divelta dai ladri

Manola Giannini mostra la cassaforte divelta dai ladri

Prato, 30 luglio 2014 - «E’ bastato che ci assentassimo per un’ora e mezzo e ci hanno portato via i ricordi di una vita. Mia madre non ha più l’anello di fidanzamento e a mia figlia non resta nulla di suo padre, neppure il braccialetto della Comunione». E’ disperata Manola Giannini dopo il furto subito domenica sera nella sua abitazione di via Spinelli, in zona San Martino. «Sono uscita per andare a mangiare fuori — spiega la donna — Mia figlia doveva restare a casa, poi, intorno alle 20,30, mi ha chiamato per dirmi che mi avrebbe raggiunta perché non aveva voglia di cucinare. Siamo rientrate intorno alle 23,10 e abbiamo fatto l’amara scoperta. In poco meno di due ore, i ladri sono riusciti a entrare in casa, aprire la cassaforte in muratura e prendere tutto ciò che c’era dentro: i gioielli di famiglia, di quattro generazioni. Se dico a mia madre che l’anello è stato rubato ne potrebbe morire. Non hanno toccato nient’altro: la casa l’ho trovata perfettamente a posto. Perfino i cani dormivano in salotto come se nulla fosse accaduto. E’ qualcuno che sapeva, che conosce la casa. A queste persone voglio rivolgere un appello: sono disposta a dare una ricompensa a chi ritrova gli oggetti o a chi sa qualcosa. Sono gli unici ricordi di mio padre e di mio marito che non ci sono più». I ladri sono entrati dal giardino, hanno scavalcato un terrazzo e hanno aperto la porta-finestra della camera dove si trova la cassaforte. Con un cacciavite sono riusciti a far saltare la combinazione dopo aver appoggiato il quadro che la copriva sul letto. La cosa strana è che nessuno dei vicini ha sentito abbaiare i cani, due e di piccola taglia, che dormivano in salotto. Solo un vicino ha raccontato alla polizia di aver sentito abbaiare un cane ma di non avergli dato importanza dato che nelle vicinanze ci sono i giardini.

«I ladri hanno avuto il tempo di chiudere la porta di ingresso con una chiave che non uso mai — aggiunge — e che tengo riposta in un portachiavi in pelle vicino all’ingresso. Quando sono tornata a casa non capivo perché fossero chiuse tutte e due le serratura, ne uso solo una. La cosa strana è che non hanno frugato da nessun’altra parte. Sembra un colpo studiato a tavolino, come se fossero stati avvertiti di dove si trovassero i preziosi. Il problema non è il valore economico dei gioielli, circa 80mila euro, ma quello affettivo. Nessuno potrà mai ridare a mia madre l’anello di fidanzamento o a mia figlia i ricordi del padre. Quei gioielli dovevano essere spostati in un’altra cassaforte e, guarda caso, il colpo è avvenuto poco prima del trasferimento. Se qualcuno lo ha fatto per disperazione sono disposta ad aiutarlo purché quei gioielli tornino indietro».

Laura Natoli