Offese razziste all’arbitro: squalificato undicenne

E’un ragazzino del Prato: squadra ‘sospesa’ 15 giorni / SQUALIFICATO BABY CALCIATORE UNDICENNE

Paolo Toccafondi, presidente del Prato (Attalmi)

Paolo Toccafondi, presidente del Prato (Attalmi)

Prato, 24 ottobre 2014 - TRE MESI di squalifica per insulti razzisti. Un giovane calciatore del Prato di appena 11 anni, che gioca nella categoria degli Esordienti B, è stato squalificato esattamente fino al 22 gennaio 2015 “per ripetute offese razziste” dalla panchina verso il direttore di gara, come si legge nel referto. Offese riguardanti in particolare il colore della pelle dello stesso arbitro.

IL FATTACCIO è accaduto durante la sfida tra i biancazzurri e il Maliseti (risultato finale di 2-0 per il Prato) giocata lo scorso 18 ottobre. Dopo l’espulsione dell’allenatore del Prato, Cristiano Fallani, che è stato squalificato fino al 22 dicembre 2014 per non aver abbandonato subito il terreno di gara al momento del rosso, secondo le ricostruzioni l’undicenne avrebbe iniziato ad offendere il direttore di gara con epiteti di stampo razzista prendendo di mira in particolare il colore della sua pelle.

IL PRATO, in seguito a queste espulsioni, è stato anche penalizzato di ben 28 punti in classifica per il mancato rispetto delle regole del fair play (ora è ultimo con -18). La società biancazzurra ieri ha voluto subito dare un segnale forte con un comunicato ufficiale del suo presidente, Paolo Toccafondi, in cui si condanna duramente l’episodio e si annuncia il ritiro per due settimane della squadra Esordienti dal campionato. Una scelta che ha il preciso obiettivo di insegnare ai ragazzini il rispetto e di far capire che certe espressioni non sono tollerabili a nessun livello, soprattutto nel 2014.

«VISTE LE decisioni del giudice sportivo che hanno interessato due nostri tesserati della categoria Esordienti, classe 2003, una volta accertati i fatti, ho deciso di prendere dei provvedimenti e di sospendere la squadra dal campionato per quindici giorni – commenta prioprio il presidente Toccafondi – E’ un gesto che deve essere interpretato come un tentativo di educare i ragazzi contro ogni forma di maleducazione, non solo a sfondo razziale, e come un segnale concreto per tutto il mondo del calcio giovanile».

TOCCAFONDI poi aggiunge: «Lo scopo dell’attività sportiva giovanile e di formazione, oltre a dover essere quello di creare buoni atleti, deve necessariamente essere anche quello di contribuire a far crescere attraverso lo sport i ragazzi, facendoli diventare uomini prima che calciatori». Un messaggio condivisibile sul quale i giovani calciatori Esordienti del Prato, primo fra tutti il ragazzino squalificato tre mesi, avranno tempo di riflettere. Almeno per due settimane, tanto per cominciare.